Faticoso ballare la samba in salita. Questa è la sensazione trasmessa dall’immediata vigilia del vertice G20 in Brasile, intitolato “Building a just world and a sustainable planet”. Il sentiment negativo è determinato da numerosi fattori congiunturali, primo fra tutti l’inasprirsi del conflitto in Ucraina. Appena ieri, infatti, si è verificato il più grande attacco missilistico russo contro le infrastrutture energetiche ucraine. Con l’inverno ormai alle porte, Kiev è stata costretta a ripristinare in molte aree le interruzioni programmate delle forniture elettriche. A questo attacco ha fatto seguito il via libera del presidente statunitense Joe Biden all’utilizzo da parte ucraina di missili a lungo raggio. In altre parole, un’escalation.
Il peso del G20 dovrebbe essere incisivo per definizione, rappresentando circa il 90% del PIL mondiale, l’80% del commercio globale e i due terzi della popolazione terrestre. Eppure, emergono grandi difficoltà di manovra.
Effetto Brics
Gli sherpa del G20 non faticano solo per trovare una posizione comune sul conflitto russo-ucraino da inserire nella dichiarazione finale del vertice. La principale difficoltà, per il padrone di casa Ignácio Lula, è rappresentata dalla necessità di mediare tra i Paesi membri, i cui interessi risultano sempre meno sovrapponibili.
La realtà è che si sta ampliando la spaccatura tra i Paesi della sfera d’influenza occidentale (USA e UE) e i BRICS, a cui di recente hanno aderito Arabia Saudita e Turchia, incrementando il peso specifico globale di questo blocco. La divisione interna al G20 in due fazioni appare ormai inevitabile. La vera questione che anima il confronto è l’allargamento (o il rilancio?) del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, un obiettivo che appare al momento piuttosto lontano.
Usa e UE in fase di pit-stop
USA e UE sembrano in fase di pit-stop. La nuova amministrazione Trump è ancora in costruzione e non è pronta a incidere in un consesso delicato come il G20, dove la notizia del giorno (l’autorizzazione concessa da Biden ai missili a lungo raggio per l’Ucraina) porta ancora la sua firma.
Anche l’Unione Europea si trova in una situazione analoga: la Commissione europea Von der Leyen 2 è ancora in fase di formazione, con veti incrociati sui nomi dei commissari designati, Ribeiro e Fitto. La situazione è ulteriormente complicata dalla telefonata del cancelliere tedesco Scholz con Vladimir Putin, che ha inevitabilmente sollevato perplessità tra diversi partner europei.
Il ruolo dell’Italia al Vertice
La presidente di turno del G7, Giorgia Meloni, sta sfruttando il vertice G20 per incontri bilaterali strategici con Brasile e Argentina, nel suo primo viaggio ufficiale in Sudamerica come premier.
Ieri, nel bilaterale con il presidente Lula, è stata avviata la discussione su un nuovo Piano d’Azione del Partenariato Strategico Italia-Brasile 2025-2030, incentrato sull’aumento degli scambi commerciali e sui settori dell’energia e delle infrastrutture. Meloni avrà anche un bilaterale con il neo-presidente argentino Javier Milei, il quale incontrerà a sua volta Xi Jinping in vista di una controversa visita ufficiale a Pechino prevista per il 2025.
Samba in salita, anche per lui.