Top News

Europa: crisi del multilateralismo o nuova opportunità?

03
Marzo 2025
Di Virginia Caimmi

Negli ultimi mesi, le dichiarazioni di alcuni leader mondiali sembrano aver messo in discussione il multilateralismo, pilastro dell’ordine internazionale del secondo dopoguerra. L’inasprirsi della competizione tra Stati Uniti, Russia e Cina, l’apparente crisi delle organizzazioni internazionali e le nuove sfide geopolitiche pongono l’Europa davanti a una scelta: subire il rapido mutamento dell’ordine globale o diventare protagonista del suo rinnovamento.

Gli equilibri globali si stanno ridefinendo. Gli Stati Uniti, tradizionali garanti degli interessi europei, mostrano rapidi segni di protezionismo, mentre la Russia intensifica la sua influenza cercando ora un alleato nel suo storico rivale. La Cina si afferma come potenza economica e tecnologica, sfidando le strutture economiche occidentali e ponendo – ancora una volta – l’UE di fronte a scelte strategiche cruciali. I nuovi blocchi competono per assicurarsi il controllo delle materie prime strategiche. Il recente fallimento dell’accordo tra USA e Ucraina sulle terre rare ucraine, non ha solo scatenato il più duro scontro in mondovisione tra due vecchi alleati, ma rappresenta anche un esempio della nuova “guerra tecnologica” in atto. 

In questo contesto, le organizzazioni nate per garantire la pace, la tutela dei diritti umani e la cooperazione internazionale appaiono in crisi. Le Nazioni Unite vengono accusate di inefficacia, la NATO è divisa su strategie e risorse, mentre la Corte penale internazionale subisce attacchi sulla sua legittimità. La crisi di questi enti segna davvero la loro fine o potrebbe invece rappresentare l’opportunità per un rinnovamento capace di adattarli alle nuove sfide globali? 

L’erosione del multilateralismo non significa necessariamente la sua fine. Potrebbe, invece, essere l’occasione per un nuovo assetto geopolitico, con istituzioni più rappresentative ed efficaci. L’Europa, se guarda al futuro unita, ha il potenziale per guidare questo processo, promuovendo un diritto internazionale rafforzato e un sistema di alleanze basato su valori condivisi e cooperazione economica.

L’idea di un’Europa unita affonda le sue radici nel Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni. Questo documento rappresenta il primo progetto politico concreto di un’Europa federale, nata per superare i nazionalismi e garantire pace, libertà e democrazia dopo la Seconda Guerra Mondiale. I padri fondatori dell’Unione europea, tra cui Robert Schuman, Jean Monnet, Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer, ripresero questi ideali e lavorarono per trasformarli in realtà.

Con la Dichiarazione Schuman del 1950 e la nascita della CECA nel 1951, si gettarono le basi dell’attuale UE, fondata su cooperazione economica, solidarietà tra Stati e tutela dei diritti fondamentali. I valori di Ventotene – unità, democrazia, pace e giustizia sociale – restano il cuore dell’integrazione europea, sfidando oggi nuove crisi geopolitiche ed economiche. L’Europa è impegnata nella riscoperta di quello spirito originario per affrontare le sfide del futuro con coesione e determinazione.

Oggi, in un contesto di crescenti tensioni globali, è chiamata a una nuova resistenza: non militare, ma economica, tecnologica e diplomatica. Per farlo, deve rafforzare la sua autonomia strategica, investire in difesa comune e sviluppare politiche economiche e industriali innovative. L’unità e la coesione saranno fondamentali per affrontare le grandi sfide globali. I giovani europei sono chiamati a sentirsi protagonisti del cambiamento, impegnandosi nella costruzione di un continente forte, unito e capace di dialogare con il mondo dove la cooperazione internazionale e la pace non sono illusioni del passato, ma obiettivi concreti da perseguire con determinazione. 

Un appello urgente e identitario pare dunque levarsi dai 27: tocca a noi tutti, cittadine e cittadini europei, ripristinare il giusto equilibrio nelle relazioni transatlantiche e rilanciare il sogno consegnatoci dai padri fondatori. 

Su questa scia è stato convocato il Vertice di Londra all’insegna dello slogan “Assicurare il nostro futuro” che evidenzia i due principali fronti su cui l’Europa sta cercando di rafforzare la propria unità e il proprio impegno: da un lato, il sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa, con un aumento degli aiuti e della cooperazione militare, come sottolineato dal segretario generale della NATO, Mark Rutte; dall’altro, la necessità di un maggiore coordinamento transatlantico per evitare divisioni che potrebbero indebolire il blocco occidentale, come ribadito dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo incontro con il premier britannico Keir Starmer. Il messaggio che emerge dal summit è chiaro: l’Europa intende intensificare il proprio ruolo sia nella difesa della sicurezza collettiva che nella costruzione di una pace duratura, rafforzando al contempo il legame con gli alleati statunitensi.