Politica
Draghi alle Camere: Italia con l’Ucraina. E partono 3mila militari italiani per la Nato
Di Alessandro Caruso
«Con Zelensky avevamo appuntamento telefonico stamattina alle 9.30, ma non è stato possibile parlarci», con la voce interrotta dalla tensione emotiva il presidente del Consiglio Mario Draghi ha completato la sua informativa alla Camera sulla guerra in Ucraina. La linea dell’Italia è netta: massima solidarietà all’Ucraina, condanna dell’attacco russo e adesione alla missione Nato. «L’Europa sta vivendo i suoi giorni più bui – ha detto Draghi – le immagini a cui assistiamo, di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane, sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea. L’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina, le operazioni rischiano di prolungarsi fino alla distruzione del sistema difensivo ucraino». Dall’Italia, come dal resto dell’Europa, arriva una condanna ferma verso l’azione russa: «L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei. Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al presidente Zelensky».
«Ieri sera durante la connessione con il presidente ucraino Zelensky è stato un momento drammatico – ha riferito Draghi – è nascosto in qualche parte di Kiev, ha detto che non ha più tempo che l’Ucraina non ha più tempo, è stata un momento drammatico che ha colpito tutti i partecipanti al Consiglio Europeo». Il primo ministro ha ribadito che «il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato. Il governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile. Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile».
Poi l’annuncio: sul piano militare l’Italia è pronta a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2.000 militari disponibili. Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della Nato e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini.
L’Europa si prepara a una dura reazione nei confronti della Russia: «Nel Consiglio europeo di ieri abbiamo approvato misure molto stringenti e incisive, che erano in preparazione da settimane. Queste sanzioni includono misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, e il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell’Unione Europea; misure sul settore dell’energia, mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate; misure sul settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni, le tecnologie, i servizi destinati al settore aereo; un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo delle esportazioni; la sospensione degli accordi di facilitazione dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi. Prevediamo inoltre un secondo ‘pacchetto’ che includa membri della Duma non ancora sanzionati». Il governo è anche al lavoro sul fronte energetico per evitare ripercussioni: «Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato. Il governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario, e sì questo è necessario», ha spiegato.
Di seguito l’informativa integrale