Esteri

Consiglio straordinario Energia, Bruxelles divisa su price cap sul gas

24
Novembre 2022
Di Diana Adly

Raggiunta un’intesa a livello tecnico sul pacchetto di misure per fronteggiare il caro prezzi e sul regolamento per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, ma la loro adozione formale sarà subordinata all’accordo sulla proposta di price cap sul gas. È quanto emerso a seguito della riunione straordinaria dei ministri dell’Energia dei 27 Stati membri dell’Ue, tenutasi oggi a Bruxelles e convocata dalla Presidenza ceca del Consiglio dell’Unione europea per accelerare la risposta coordinata alla crisi energetica.

Cosa prevedono le misure concordate a livello tecnico

L’accordo è stato raggiunto sui contenuti dei due regolamenti del Consiglio proposti dalla Commissione europea nelle scorse settimane che mirano da una parte ad attenuare l’impatto sul prezzo del gas affrontando i problemi legati alla domanda e all’approvvigionamento, dall’altra a semplificare le procedure autorizzative per i progetti in materia di energie rinnovabili.

In particolare, il Regolamento che promuove la solidarietà mediante un migliore coordinamento degli acquisti di gas, scambi transfrontalieri di gas e parametri di riferimento affidabili per i prezzi stabilisce norme temporanee per quanto riguarda l’acquisto in comune e l’aggregazione della domanda, parametri di riferimento affidabili per il GNL, la gestione della volatilità dei prezzi e misure di solidarietà transfrontaliera. Contestualmente, l’Unione europea mira a velocizzare la semplificazione delle procedure autorizzative per i progetti in materia di energie rinnovabili attraverso un Regolamento che istituisce un quadro temporaneo per accelerarne la diffusione. Nello specifico, il Regolamento fissa scadenze massime per il rilascio delle autorizzazioni per tecnologie e tipi di progetti specifici che hanno il maggiore potenziale di diffusione rapida e il minore impatto sull’ambiente, come le pompe di calore e le apparecchiature a energia solare.

Sebbene l’accordo a livello tecnico sulle due norme sia stato trovato, i ministri dell’Energia dell’Ue hanno deciso di congelarne l’adozione in attesa di un accordo anche sulla proposta relativa ad un tetto al prezzo del gas.

Price cap sul gas: posizioni divergenti tra Stati membri

Rimane invece ancora da sciogliere il nodo sul price cap, il meccanismo di correzione del mercato proposto dalla Commissione europea martedì 22 novembre che consiste in un massimale di sicurezza di 275€ per il prezzo dei derivati Title Transfer Facility (TTF) a un mese.

La proposta della Commissione non è stata accolta positivamente dai 27 Stati membri: a seguito della riunione di oggi, è emerso che sono quindici i paesi critici sul tetto al prezzo del gas come delineato dall’Esecutivo europeo, tra cui l’Italia, ma anche Spagna, Francia, Polonia, Belgio e Malta. Secondo la ministra francese della Transizione Energetica Agnès Pannier Runacher “non è un testo sufficiente” in quanto non rappresenta una risposta adeguata all’esplosione dei prezzi del gas alla quale deve far fronte l’industria europea. Anche secondo la Spagna “sembra uno strumento disegnato precisamente per garantire che non venga mai applicato”.

Prossimi passi

I 27 sono comunque pronti a lavorare per raggiungere una posizione comune, come sottolineato dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha spiegato «Abbiamo discusso per mesi della denominazione del price cap, adesso ne discutiamo su una bozza: condivisibile o no, almeno c’è qualcosa su cui lavoriamo. Anzi, già a partire da questa mattina, da oggi pomeriggio, i tecnici dei vari Paesi sono in contatto tra di loro con l’incrocio delle loro ipotesi, delle ipotesi dei tecnici, per questo momento. Poi potranno diventare le ipotesi della parte politica».

Nel frattempo, la Presidenza ceca ha indicato il 13 dicembre come possibile data per un quinto Consiglio Energia straordinario.