Cultura

Citare sempre ciò da cui si attinge rende più credibili 

08
Luglio 2024
Di Daniele Capezzone

Pare incredibile, ma tocca ricompitare regole minime di civiltà personale, prim’ancora che professionale. 

Leggendo i giornali ogni giorno, si assiste talora a spettacoli imbarazzanti: articoli della stampa internazionale di fatto riprodotti pari pari (con minima parafrasi), oppure altri pezzi che ripropongono pari pari articoli di altri quotidiani dei giorni precedenti, con saccheggiamenti sistematici senza alcuna citazione di ciò (e di coloro) da cui si è attinto a piene mani. 

Vale anche per esibizioni mediatiche di altro tipo (online, sui social, ecc) a volta costruite su tesi altrui rigorosamente private della loro paternità.

Siamo davanti a furbizie e infantilismi che lasciano senza fiato: che si tratti di media internazionali o nazionali, quale fatica (o quale sofferenza) ci sarebbe nel citare chi ha svolto un ragionamento prima di te? Lo si può fare e poi tentare – in base alla propria sensibilità – di compiere un passo ulteriore, articolando la riflessione o portandola ad altre conseguenze. Ma quella citazione sarebbe un arricchimento, non un impoverimento del proprio lavoro.

E invece ogni tanto, anche in luoghi teoricamente insospettabili, prevale un mix di sciatteria e miserabili astuzie (sul piano nazionale, concorrono anche microinvidie condominiali…) che tuttavia squalificano chi si abbandoni a queste piccolezze. 

Tra l’altro, in epoca di crisi (di dubbia reversibilità) della carta stampata, avrebbe invece un valore immenso riconoscere il buon lavoro altrui, farlo conoscere ed apprezzare anche ad altri, convergere con l’opinione di colleghi o anche eventualmente polemizzare in modo corretto con le tesi di altre firme. È (anzi: sarebbe) il galateo minimo di una conversazione pubblica adulta. 

In mancanza di questo, se cioè non c’è rispetto nemmeno tra chi si presume faccia il medesimo lavoro, come si può pensare che ci sia da parte dell’opinione pubblica?

Una volta, in Transatlantico, un leader politico che non era granché interessato a farsi amare dai cronisti, disse a una giornalista: “Signorina, prenda nota e non metta le virgolette, così i lettori crederanno che l’abbia pensato lei”. Sarcasmo feroce e fuori misura, forse. Ma alcuni se lo cercano…