Politica

Amazon sfida Starlink: al via i primi satelliti del progetto Kuiper

30
Aprile 2025
Di Jacopo Bernardini

Per connettersi a internet servono antenne, cavi o, ultimi arrivati nell’elenco, i satelliti.

A rendere nota a tutti quest’ultima possibilità ci ha pensato Starlink, l’azienda di Elon Musk che negli ultimi anni ha lanciato oltre 8mila satelliti nell’atmosfera. Un supporto fondamentale, per esempio, per l’esercito ucraino impegnato nella lotta contro la Russia.

Ora, nel campo delle connessioni via satellite, si butta anche Amazon. La Starlink del patron di Amazon, Jeff Bezos, si chiama Kuiper, e ieri, 28 aprile, ha lanciato dalla Florida i suoi primi 27 satelliti nello spazio.

Un progetto da 10 miliardi di dollari che prevede in tutto 3.236 satelliti per abilitare la connessione a banda larga in giro per il mondo, soprattutto nelle zone dove è più difficile portare una connessione veloce e stabile, che può tornare utile per cittadini, aziende e governi.

Un lancio annunciato nel 2019 e rimandato almeno per un anno, avvenuto grazie alla piattaforma sviluppata da United Launch Alliance, joint-venture tra Boeing e Lockheed Martin da Cape Canaveral.

Secondo gli accordi con la Federal Commission americana, Kuiper dovrà lanciare metà dei satelliti, oltre 1.600, entro la metà del 2026. Anche se, secondo gli analisti, è probabile che l’azienda chiederà una proroga.

Secondo i programmi, Amazon dovrebbe cominciare a fornire i servizi ai clienti nel corso dell’anno. Nel 2020, l’azienda aveva dichiarato che avrebbe iniziato il servizio con circa 600 satelliti, con una copertura che via via si espanderà all’altezza dell’equatore man mano che l’azienda lancerà i suoi satelliti.

Il progetto aveva visto un’accelerazione nel 2018, quando Rajeev Badyval, ex responsabile del progetto Starlink era stato licenziato da Musk e presto assunto da Amazon insieme ad altri ex dipendenti di Musk, diventando presidente di Kuiper.

Sul fronte commerciale, Amazon ha già iniziato a stringere partnership strategiche: a giugno 2024, l’azienda ha annunciato una collaborazione con DirectTV Latin America per contribuire a colmare il divario digitale in diversi paesi sudamericani, dove vaste aree rurali rimangono senza un affidabile accesso a internet.

Per accelerare la produzione di satelliti, Amazon ha aperto e sta aprendo diversi stabilimenti, tra cui quello di Kirkland nello stato di Washington, inaugurato nell’aprile 2024, che potrà costruire fino a cinque satelliti al giorno. Un centro di approvvigionamento a Everett, sempre nello stato di Washington, per fornire i componenti già assemblati e una struttura presso il Centro spaziale Kennedy della Nasa in Florida, dove i satelliti verranno preparati per il lancio.

Certo, la concorrenza non manca: oltre a Starlink c’è OneWeb, di proprietà di un consorzio guidato dal governo britannico e dall’indiana Bharti Global, con circa 600 satelliti all’attivo già in orbita. La canadese Telesat e SES, con sede in Lussemburgo, che offre servizi con la sua rete; infine, anche la Cina, che ha annunciato una propria costellazione nazionale chiamata GuoWang.

Ma i dirigenti Amazon considerano la profonda esperienza dell’azienda nei prodotti di consumo e la consolidata attività di cloud computing come un grande vantaggio, che potrebbe permettere una rapida rimonta rispetto ai concorrenti.

Una partita decisiva perché chi controllerà la connettività globale controllerà anche una parte fondamentale dell’economia e della sicurezza del futuro.

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