Di Alessandro Caruso | 28 Ottobre 2022
Se è in questione la fiducia
La delegittimazione dell’avversario politico è un sintomo di scarsa fiducia. Ma è un approccio che rende fragile la democrazia.
La delegittimazione dell’avversario politico è un sintomo di scarsa fiducia. Ma è un approccio che rende fragile la democrazia.
È un voto di midterm strano: più che un anticipo delle presidenziali 2024, è una rivincita di quelle 2020, una nuova sfida tra Biden e Trump.
A breve capiremo se il governo Meloni interverrà sull’emergenza bollette e che taglio avrà il disegno di legge di bilancio.
Un marxismo più adeguato alle necessità ma fermezza sulla politica estera. La Cina di Xi resta lontana dalla Ue.
Enrico Letta passa alla “chiamata allo straniero” contro il centrodestra italiano. Ma, in questo modo, produce due sgradevoli sensazioni.
Cronaca di una due giorni parlamentare intensissima. Dallo scontro Giorgia Meloni-Berlusconi ai retroscena della Camera.
Tra Ucraina e Russia, è evidente il desiderio del Vaticano di favorire la pace: ma i margini di manovra paiono ridotti.
Per quante osservazioni si possano fare al centrodestra è criticabile l’atteggiamento della stampa contro la coalizione guidata dalla Meloni.
Meloni lavora in silenzio, ma combatte su due fronti: esterno ed interno, alle prese con alleati esosi e pure con la Francia.
Elezioni di midterm 2022, l’ondata dei ‘trumpiani’ e il presuno rischio per la democrazia. I democratici corrono ai ripari.
Migliaia di aziende sono al collasso a causa dell’impennata del caro bollette. Produrre a ritmi ordinari è antieconomico rispetto ai costi.
La Meloni è molto preoccupata, ma il problema non è Salvini e nemmeno il toto-ministri. Le priorità sono altre.