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Il piano inclinato da evitare

29
Novembre 2024
Di Redazione

E quello “si dia una calmata”, e quell’altro “è un paraculetto” ed ecco che in un attimo si rischia di trovarsi sul classico “piano inclinato”. 

Attenzione, non abbiamo nemmeno il lontano timore che da queste schermaglie possa nascere una crisi di governo; quello che lascia colpiti è sempre la mancata gestione dell’incontinenza verbale, principale fattore di crisi di tutti i governi italiani degli ultimi anni. 

Ci diranno che fa parte della politica la necessità di trovare degli spazi di differenziazione che consentano agli elettori di valutare “chi è chi”. 

Ci riesce però difficile comprendere quanto possa essere il canone RAI l’elemento chiave di questo posizionamento. 

E allora ci verrà detto: ma come, non te ne accorgi? Non hai capito che è tutta una questione di interessi contrapposti, del ruolo di altre aziende editoriali private etc. etc.? Ingenuo… 

E allora risponderemo: sì ok, ma siamo ancora a questo punto? Avremo anche un approccio ingenuo alla politica, ma la convinzione che il silenzio e qualche decibel in meno possano contribuire al successo non ce la leverà nessuno. 

Basta guardare a Giorgia Meloni: vinte le elezioni nel 2022 e assunto l’incarico di Presidente del Consiglio, in questi 2 anni ha mantenuto una postura istituzionale autorevole e foriera di credibilità e consenso. Vederla stabile negli indici di gradimento e costantemente in cima a tutti i sondaggi è un risultato inedito, giunti ormai all’inizio del 3° anno di governo. Altre parabole politiche hanno invertito il trend molto prima e molto più velocemente. 

I dossier più caldi sul tavolo sono sicuramente la gestione della Legge di Bilancio fino ad un porto sicuro e, possibilmente, quell’elezione di un Giudice della Corte Costituzionale ormai in stallo da troppo tempo. 

A questi, si aggiungono le solite incognite relative a rimpasti e rimpastini, conseguenza dell’uscita di Raffaele Fitto verso Bruxelles e dei possibili interventi della Magistratura su alcuni esponenti di governo. 

Ricade sulle spalle della Premier la responsabilità di tenere insieme il tutto, sapendo conciliare da un lato le legittime aspirazioni di alleati ormai da tempo inchiodati a percentuali ad una cifra, dall’altro la necessità di non superare una certa soglia di temperatura nello scontro. 

Andare sotto in Parlamento una volta può essere consentito, alla seconda si rischia già di più.