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Emilia – Umbria – Fitto – Elon (un minestrone)

15
Novembre 2024
Di Redazione

Dopo la “sbornia” politica della scorsa settimana, che ci ha catapultati tutti ad essere esperti di politica USA e dinamiche globali, ci tocca tornare alle faccende di casa nostra. 

Si vota! Come accade praticamente ogni anno più volte l’anno, in virtù di questo sistema tutto italiano per cui non c’è mai allineamento tra scadenze nazionali, regionali, comunali etc. 

Sotto quindi con le regionali in Emilia-Romagna e Umbria, dal risultato in parte scontato e dal significato politico abbastanza ridotto. 

In Emilia-Romagna vincerà di nuovo la sinistra, come accade da sempre e probabilmente per sempre, in virtù di una tradizione politica ormai consolidata e in grado di tenere insieme il “socialismo” del sistema delle cooperative e il “turbo-capitalismo” delle grandi multinazionali. 

Più combattuta l’Umbria, presenza forte nei nostri gruppi di lavoro e per questo terreno scivoloso nell’elaborazione di un pronostico. Cinque anni fa vinse praticamente da solo Matteo Salvini, al tempo al culmine della sua parabola del consenso ma, di lì a poco, avviato ad una progressiva discesa. 

Vinse dopo 50 anni di ininterrotto dominio “rosso vivo” la Sen. Donatella Tesei, leghista allora Presidente della Commissione Difesa del Senato. Pur tra qualche mugugno si ricandida e affronta l’attuale sindaco di Assisi, Stefania Proietti. 

Si prospetta un testa a testa tra le due, con gli ultimi sondaggi che premiavano leggermente la Presidente uscente sulla sfidante. 

Quali le conseguenze politiche del voto? Poche, decisamente poche. 

Dato per scontato il risultato in Emilia-Romagna, potrebbe risultare frizzante una sconfitta del centrodestra giusto per dare la possibilità di fare qualche titolo con il “2-0 per Elly”. 

D’altro canto, una conferma della Tesei servirebbe per evidenziare il prosieguo di un consenso stabile per l’attuale maggioranza, in grado finora di vincere tutte le più recenti elezioni eccetto quelle in Sardegna (un suicidio politico che forse è servito da lezione). 

Molto più interessanti le dinamiche europee. Raffaele Fitto non è stato ancora confermato come Commissario a seguito del recente giro di audizioni di fronte al Parlamento Europeo. 

Nota di metodo per chi legge distrattamente i giornali: il problema non è Fitto, o comunque non solamente lui. 

Il fatto che la presenza di Fitto in un ruolo così rilevante sia il segno di un avvicinamento del Partito Conservatore di Giorgia Meloni (ECR) al perno della maggioranza von der Leyen, ovvero il PPE, è indubbio. Ma non è IL problema. 

Il vero pomo della discordia è la Commissaria indicata dal governo spagnolo, Teresa Ribera, destinataria dell’enorme portafoglio della Transizione Ecologica e con un’agenda politica molto anti-industriale. Su di lei si gioca la partita tra Partito Popolare e Partito Socialista, su di lei si andrà a definire il voto sugli altri Vicepresidenti, su di lei si giocherà la partenza della nuova Commissione von der Leyen. 

PS: avremmo potuto facilmente commentare e ironizzare sulle prime nomine di Trump e sulle prime turbolenze derivanti dalle esondazioni comunicative di Elon Musk. Non l’abbiamo fatto perché i commenti italiani sul presunto “mancato sovranismo” del Governo e sul presuntissimo “sovranismo” del Presidente della Repubblica contengono già in sé il massimo del nulla. 

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