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Contestualizzare a piacimento

22
Marzo 2025
Di Redazione

Due “finalmente” in 2 settimane. Dopo quello per la visita in azienda di Giorgia Meloni, stavolta finalmente un “caso”, una bella polemica parlamentare come quelle di una volta, fatte di interruzioni, svenimenti, grida e tanta indignazione reciproca. 

La Presidente del Consiglio ha osato citare e criticare parti del Manifesto di Ventotene nel corso del suo intervento alla Camera di 2 giorni fa. Ed è stata subito bagarre, anche se la visione dei filmati in stile VAR fa capire come i titoli dei giornali abbiano teso ad enfatizzare. Si poteva fare di molto meglio (o peggio). 

Come hanno scritto diversi commentatori, la polemica su Ventotene ha avuto l’effetto positivo di creare una cortina fumogena su entrambi gli schieramenti, lacerati al proprio interno da posizioni inconciliabili sui mega-temi di queste settimane:  

– riarmo dell’Europa e in quale forma? Passando per un nuovo esercito comune europeo che, ad ora, avrebbe più la sostanza di un’estensione di quello francese? 

– oppure attraverso un rafforzamento dell’esercito nazionale ma all’interno della più ampia cornice della NATO e, di conseguenza, in concordanza di interessi con gli Stati Uniti? 

– e tutto questo, con quali soldi, stanti le ataviche ristrettezze del bilancio pubblico anche di recente evidenziate dal Min. Giorgetti?

Meglio quindi dividersi tra blocchi contrapposti su un documento redatto 84 anni fa, con tutte le sue sensibilità e complessità dell’epoca, frutto anche della terribile condizione personale degli estensori, piuttosto che attirare troppo l’attenzione sulle contraddizioni interne. 

Il caos di dichiarazioni a destra, con il binomio Salvini-Tajani teso a rintuzzarsi sulle reciproche inconciliabili idee di Europa; la babele di mozioni a sinistra, dove non si capisce dove vogliano andare a parare PD e M5S nella loro corsa “pacifista”. 

Parliamo quindi di Ventotene, anzi andiamoci proprio a manifestare o magari tutti in vacanza ora che arriva la bella stagione, facendo la gioia di albergatori e host dell’isola, così da ricominciare a dividerci in “buoni” e “cattivi” e non parlare di contenuti. 

Personalmente, lo riteniamo un errore da entrambe le parti. 

L’opposizione, anzi “le opposizioni”, continuano a dare l’impressione di cercare qualsiasi appiglio possibile per creare una polemica o rinsaldare il fronte, nell’attesa di definire un abbozzo di posizione comune su qualcosa – una qualsiasi – o di individuare un percorso verso una leadership condivisa che diventi “alternativa”. 

Nota aggiuntiva: fa anche abbastanza ridere che si accusi la Meloni di aver “decontestualizzato” frasi del Manifesto, accusa mossa da giornalisti che per circa 30 anni hanno campato su frasi dette in intercettazioni più o meno legittime, oppure su delle battute (“storielle”) berlusconiane che, seppur infelici, non potevano essere elevate al rango di statement politici se non in perfetta malafede. 

Sbaglia però anche la maggioranza, perché polemiche come questa sono sì utili ad eccitare gli animi della propria squadra, ma anche ad offrire un ricostituente alla debilitata squadra avversaria. 

Mettendo da parte quindi il nostro voyeurismo politico, speriamo sia una polemica che si dimentichi in fretta, lasciando spazio dalla prossima settimana ad una discussione approfondita di come l’Europa potrebbe concretamente essere presente in Ucraina, ma all’interno di un contesto più vicino alla pace come conseguenza dei dialoghi “separati” tra Usa-Russia e Usa-Ucraina previsti a Riad il prossimo lunedì. 

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