Salute

Virus Respiratorio Sinciziale (RSV): al Senato presentate le raccomandazioni per una prevenzione universale

04
Aprile 2025
Di Beatrice Telesio di Toritto

Il Senato ha ospitato giovedì 3 aprile un appuntamento importante per la salute pubblica e, in particolare, per la tutela dei più piccoli. Nella Sala Caduti di Nassirya, istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti ed esperti si sono riuniti per la conferenza stampa “Alleati per un’infanzia libera da RSV”, promossa dalla Senatrice Elena Murelli, con la presentazione ufficiale del Documento di Indirizzo per la stagione 2025-2026 contro il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV). L’iniziativa si inserisce all’interno del lavoro dell’Alleanza per un’infanzia libera da RSV, nata nel 2021 grazie alla collaborazione tra istituzioni, clinici, associazioni ed economisti e sostenuta da Sanofi, che in questi anni ha contribuito in modo significativo a delineare un nuovo approccio alla prevenzione dell’RSV in età pediatrica.

Il virus, altamente contagioso, è la principale causa di bronchioliti e polmoniti nei neonati e, secondo i dati più recenti, ogni anno in Italia causa oltre 230.000 eventi clinici tra cui più di 13.000 ospedalizzazioni e oltre 2.000 ricoveri in terapia intensiva. Eppure oggi, grazie alla ricerca, è possibile prevenirlo: lo dimostra la prima campagna di immunizzazione universale, chiusa a marzo, che ha utilizzato un anticorpo monoclonale di nuova generazione. I risultati sono stati promettenti, sia per efficacia clinica che per l’adesione delle famiglie, ma non sono mancati problemi legati a disomogeneità regionali, ritardi nella distribuzione e assenza di linee guida univoche.

Per questo, durante l’incontro, è stata ribadita la necessità di un coordinamento nazionale. «Ogni bambino ha il diritto di crescere in salute e libero dal rischio di infezioni potenzialmente gravi come l’RSV», ha dichiarato la Senatrice Murelli, sottolineando come l’efficacia della prima campagna debba ora tradursi in un’immunizzazione davvero universale. «Grazie ai progressi scientifici è oggi possibile proteggere i neonati ed evitare l’insorgenza di bronchioliti, fonti di lunghi ricoveri e di danni a lungo termine. Mi unisco all’appello della comunità medica e delle associazioni di pazienti: serve un aggiornamento del calendario e una pianificazione nazionale. Il Ministero della Salute deve attivarsi tempestivamente».

Sulla stessa linea anche Fulvia Filippini, Country Public Affairs Head di Sanofi, che ha ricordato il ruolo dell’azienda nel contribuire a questa svolta nella prevenzione pediatrica. «Siamo consapevoli di aver introdotto un cambio di paradigma nel mondo dell’immunizzazione. L’RSV ha rappresentato a lungo una delle principali cause di ospedalizzazione nei neonati. Ora abbiamo una strategia efficace: è fondamentale che le istituzioni lavorino in sinergia con tutti gli attori del sistema salute per fornire quanto prima linee guida chiare, così da prepararci per tempo alla prossima stagione».

Il Documento di Indirizzo, frutto del lavoro congiunto del Tavolo multidisciplinare dell’Alleanza, mira proprio a garantire questo: un programma strutturato, uniforme e tempestivo per tutti i neonati italiani, eliminando le attuali disparità territoriali. E se già una copertura del 60% potrebbe prevenire oltre 107.000 eventi clinici e risparmiare più di 28 milioni di euro al Servizio Sanitario Nazionale, i risultati ottenuti in molte Regioni italiane dimostrano che è possibile fare anche di più.

Durante la conferenza è emersa con forza una visione condivisa da parte della comunità scientifica, che ha evidenziato l’urgenza di superare le attuali disomogeneità territoriali e costruire una strategia nazionale strutturata e coerente. Tra gli interventi, Massimo Agosti (SIN), Rino Agostiniani (SIP), Enrico Di Rosa (SItI) e Francesca Russo, in rappresentanza del Coordinamento interregionale prevenzione della Conferenza delle Regioni, hanno sottolineato la necessità di una regia centrale, di un calendario vaccinale aggiornato e di un modello organizzativo uniforme che tratti la profilassi anti-RSV alla stregua di un programma vaccinale vero e proprio, esteso a tutta la coorte neonatale.

Dal fronte pediatrico e associativo – con voci come Antonio D’Avino (FIMP), Anna Lisa Mandorino (Cittadinanzattiva), Sandra Frateiacci (FederASMA) e Martina Bruscagnin (Vivere Onlus) – è arrivata una chiara richiesta di un atto di indirizzo nazionale e di una comunicazione capillare, in grado di raggiungere in modo efficace i neogenitori e rafforzare la consapevolezza sul valore della prevenzione. Le associazioni hanno anche ribadito l’importanza di valorizzare e diffondere le buone pratiche già messe in campo da molte Regioni.

In rappresentanza dei territori, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Puglia e la Provincia Autonoma di Trento hanno portato esperienze sul campo che hanno mostrato sia l’efficacia dell’immunizzazione quando ben pianificata, sia le difficoltà legate all’assenza di un coordinamento centrale. Un punto su cui tutti gli interlocutori hanno concordato: per garantire un accesso equo all’immunizzazione, serve ora un salto di qualità a livello nazionale.

Infine, gli economisti sanitari Chiara Bini (CEIS – EEHTA, Università degli Studi di Roma Tor Vergata) e Andrea Marcellusi (ISPOR Italia – Rome Chapter) hanno rafforzato il valore strategico della prevenzione, presentando dati chiari sull’efficacia e la sostenibilità della profilassi universale: investire oggi sull’immunizzazione significa risparmiare domani su ricoveri, complicanze e costi per il sistema.

Il messaggio è chiaro: l’Italia ha già fatto un primo passo. Ora serve renderlo stabile, equo e capillare. Perché la prevenzione, quando funziona, non è mai un privilegio. È un diritto.

Fotografia di copertina, riprese e montaggio a cura di Simone Zivillica