Salute

Virus, più critici i tre mesi post infezione. Il Long Covid fa meno paura

20
Ottobre 2022
Di Giuliana Mastri

I postumi dell’infezione da Covid possono essere molto fastidiosi e talvolta rappresentare una situazione clinica da continuare a monitorare. La sindrome da Long Covid, che molti conoscono e hanno esperito, si configura in genere di affaticamento, difficoltà respiratorie, eruzioni cutanee, deficit cognitivi. E dura spesso anche un anno in seguito alla guarigione. Ma gli scienziati stanno cominciando a concentrarsi sul periodo “medio” della convalescenza, quello che va dalle 4 alle 12 settimane dall’eliminazione del virus. In cui si registrano in realtà gli strascichi più gravi.

La rivista The Atlantic lo ha chiamato “Medium Covid”, ospitando l’intervento di Benjamin Mazer, patologo della Johns Hopkins University, il quale afferma che non sarebbe corretto mettere tutto nello stesso calderone del Long Covid. Per la precisione, il Long Covid è quel quadro patologico che si presenta in genere tre mesi dopo l’infezione, probabile o confermata, mentre il Medium Covid si può osservare immediatamente dopo la fase acuta. Secondo alcune osservazioni, nella fase media la possibilità di sviluppare embolia polmonare è 32 volte più alta nel primo mese dall’infezione, dopodiché diminuiva rapidamente. Il rischio di infarto e ictus hanno lo stesso andamento. Altri studi hanno confermato i risultati svedesi, affermando che un aumento del tasso di malattie cardiovascolari tra i pazienti Covid può essere rilevato fino a 12 settimane dalla fase acuta della malattia, per poi scemare.

Tutto ciò si spiega con la probabile presenza di microtrombi nel circolo sanguigno che ostacolano la corretta vascolarizzazione anche del cuore e del cervello, diminuendo poi nel tempo e costituendo un rischio minore. Dalle analisi degli esperti, vediamo che le donne sono meno esposte ai sintomi del Medium Covid, mentre sono più soggette a una sintomatologia da Long Covid. Tra i sintomi da Long Covid più comuni, invece, figurano alterazioni metaboliche, resistenza insulinica e diabete. Oltre a disturbi dell’umore come la depressione. Un corretto ciclo vaccinale è molto indicato per evitare le conseguenze elencate, effetto della forte infiammazione che l’organismo subisce sviluppando il Covid, ma anche esacerbate da fattori sociali come i lockdown e lo stress del ritorno alla vita normale. Ecco perché i passi avanti sulla cura della malattia e il cambio di strategia possono contribuire a ridurre tutta una serie di implicazioni e ad abbattere la paura del contagio.