Salute
Piano della cronicità: verso la telemedicina
Di Valentina Ricci
Per implementare la telemedicina c’è bisogno di formazione e informazione. “In Italia ci sono le competenze scientifiche e tecniche” afferma Paola Pisanti, componente per il Ministero della Salute della Cabina di regia per l’implementazione del Piano della cronicità.
L’insieme di tecniche mediche e informatiche permettono la cura del paziente a distanza fornendo anche i servizi necessari. In questo modo è possibile avviare una rete che connetta ospedali, medici e territori per favorire la prevenzione, monitorare e assistere i soggetti affetti da malattie croniche.
La telemedicina e la sanità digitale sono alla base di un sistema sanitario moderno, efficiente ed efficace e l’emergenza sanitaria ce lo ha dimostrato. Ma quali sono le problematiche da affrontare per implementarle?
Nonostante la volontà di migliorare le proprie competenze da parte degli operatori sanitari sia tangibile, ci sono degli ostacoli di varia natura: tecnologica, strutturale, culturale, professionale, economica, organizzativa, basso livello di alfabetizzazione digitale, apparecchi obsoleti, sistemi firewall aziendali, mancanza o incapacità di utilizzo di strumenti informatici tra i pazienti.
Difficoltà non indifferenti da superare per permettere alla telemedicina di contribuire all’integrazione tra Medici di Medicina Generale o Pediatri di Libera Scelta (MMG/PLS), e attraverso la televisita favorire il rapporto paziente-caregiver e migliorare il dialogo tra specialisti (ospedalieri o territoriali) e MMG/PLS tramite il teleconsulto.
Per riprogettare la rete dei servizi sul territorio valorizzando i medici di base sono necessari due strumenti: il telemonitoraggio, che permette di controllare i parametri fisiologici del paziente a distanza, e la teleassistenza che mette in contatto vari specialisti tra loro e risulta efficace soprattutto per i soggetti che non sono autosufficienti.
Come favorire la diffusione della telemedicina? Certamente la formazione è un passo fondamentale da compiere, migliorando quella del personale medico, dettando linee guida e creando informazione. Bisogna operare dal punto di vista della ricerca e della formulazione di scenari. Infine è necessario creare un clima di accettazione sia da parte dei professionisti che dei pazienti creando fiducia nei servizi che offre la Telemedicina.
Secondo Paola Pisanti “sarebbe molto utile continuare a produrre studi di fattibilità e di analisi costo-beneficio e condividere le esperienze diffondendo i risultati, condividendo la conoscenza di studi, sperimentazioni e best practices”.