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Telemedicina e malattie croniche della pelle: un binomio ad alto potenziale per il SSN

26
Marzo 2025
Di Onofrio Mastandrea

(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto economico de Il Riformista)
In Italia 15 milioni di persone sono colpiti da una malattia della pelle, il 25% della popolazione. Dato ancora più significativo è che per ben 6 milioni di queste persone si tratta di una condizione cronica, di natura infiammatoria o autoimmune. Significa che ognuno di noi ha almeno un familiare, un amico o un conoscente che ogni giorno si trova ad affrontare una delle 3000 varianti cliniche descritte in dermatologia (numero superiore a quello di qualsiasi altra specialità).

Tuttavia, nonostante questa complessa eterogeneità, le malattie croniche della pelle hanno almeno tre punti in comune.

Innanzitutto nella maggior parte dei casi sono malattie visibili, un indesiderato biglietto da visita che ha il potere di compromettere la qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti. All’impatto clinico e fisico si aggiunge infatti spesso quello psicologico e sociale. Nel caso della vitiligine, ad esempio, ansia e depressione sono rispettivamente il 32% e il 72% più diffuse rispetto alla popolazione generale, come ha recentemente dimostrato uno studio condotto da Kerney.

In secondo luogo hanno un andamento cronico-recidivante, quindi vanno e vengono, obbligando il paziente a un contatto costante con il proprio medico e la propria struttura ospedaliera di riferimento. Anche in questo caso, l’impatto va oltre la dimensione strettamente legata alla malattia e investe la sfera familiare, in termini di incidenza economica e supporto del caregiver.

Infine, una buona notizia: a fronte della complessità di queste patologie, spesso sistemiche ed associate ad altre comorbidità, i progressi della ricerca e la competenza della nostra comunità scientifica offrono oggi una risposta alla maggior parte dei pazienti, che possono beneficiare di trattamenti specifici.

E allora, perché non partire proprio da questo gruppo di patologie, con queste precise caratteristiche, per implementare un diverso modello di presa in carico e gestione del paziente che esploda al massimo le potenzialità offerte dalla telemedicina e sia davvero a “portata di persona”?

La telemedicina applicata alla gestione delle malattie croniche dermatologiche può avvicinare i pazienti agli specialisti, migliorare la diagnosi e ottimizzare la gestione delle riacutizzazioni, decongestionando gli ospedali e riducendo le liste d’attesa; può migliorare l’aderenza terapeutica, riducendo i 2 miliardi di spesa che ogni anno il SSN sostiene a causa della scarsa compliance; può aiutare a liberare risorse per gestire al meglio patologie che richiedono un approccio ancora più complesso, come quelle oncologiche e neurologiche.

In un’epoca in cui tutti i servizi sanitari, compreso il nostro, sono inevitabilmente esposti a una forte pressione (la popolazione invecchia, l’incidenza delle patologie croniche cresce, la domanda di salute aumenta), un modello di gestione di queste malattie basato sulla telemedicina può quindi fare molto non solo per i pazienti dermatologici, ma per tutti i pazienti, per i cittadini e per il sistema sanitario. 

*Onofrio Mastandrea, Regional Vice President e General Manager Incyte Italia

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