Salute

Suicidio assistito, cosa sta facendo la Regione Emilia Romagna

15
Febbraio 2024
Di Giampiero Cinelli

Il suicidio assistito in Italia è stato dichiarato non punibile, quindi ammesso, da una sentenza della Corte Costituzionale del 2019, la 242, in relazione a un noto caso di cronaca riguardante un malato grave. Ma la praticabilità del suicidio assistito è nei fatti molto difficile vista l’assenza di una legge nazionale che lo disciplini. Intanto la Regione Emilia Romagna prova a fare la sua parte e in questi giorni ha approvato una Delibera di Giunta che delinea l’iter per la presa in carico di questo atto. Nel frattempo, in Consiglio regionale è approdata la proposta di legge dell’Associazione Luca Coscioni sul suicidio assistito, la cui valutazione proseguirà in Commissione Salute.

L’iter
Secondo la delibera emiliana, la presentazione della domanda del paziente deve essere inviata alla commissione di valutazione entro tre giorni, in seguito entro 20 giorni vanno effettuate le visite mediche, serve poi il parere etico del Comitato regionale per l’etica nella clinica, che esprime un parere non vincolante, mentre la Commissione di valutazione di Area Vasta stila la relazione conclusiva. Con il via libera della Commissione, si avvia la procedura.

I problemi
Si può ben intuire che una delibera non ha la stessa forza di una legge regionale, potendo essere modificata o revocata a ogni cambio di giunta. Allo stesso tempo, anche una legge regionale, come quella che potrebbe portare la firma di Coscioni, è meno efficace di una legge nazionale, che infatti il presidente della Regione Bonaccini ha detto di auspicare.

I contrasti politici
Non sarà facile neppure far passare la legge regionale, che di norma va approvata entro un anno. Le divisioni ideologiche anche in un assemblea territoriale sono già molto evidenti e la destra non farà mancare la sua opposizione. I 5Stelle hanno cercato di ottenere che la legge fosse approvata entro sei mesi, non riuscendoci. Marco Cappato, politico e noto attivista sui temi etici, peraltro tesoriere dell’Associazione Coscioni, ha dichiarato: «Spero ci sia un impegno anzitutto politico perché questo rinvio in Commissione non si traduca in un affossamento della legge».

La posizione del Comitato nazionale di bioetica
Il Comitato Nazionale di Bioetica si è già espresso ufficialmente con contrarietà nei confronti dell’iniziativa di Bonaccini, rimarcando soprattutto l’inadeguatezza di affidare un parere etico ai comitati di etica nella clinica. Si vorrebbe invece che a fare una valutazione siano proprio i comitati etici territoriali, per evitare delle probabili troppo evidenti differenziazioni nell’analisi a seconda dei territori.

La Giunta risponde
In merito a queste posizioni l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini ha risposto: «Come sempre in questi casi valuteremo le osservazioni formali contenute nel parere della Presidenza del Comitato nazionale di bioetica, peraltro già emerse nella discussione in Aula. I nostri uffici faranno gli approfondimenti dovuti e se serviranno revisioni o integrazioni tecniche le faremo, rispetto a un atto che, ripeto, è confermato nella sua validità, in coerenza con l’obiettivo che ci siamo dati: applicare la sentenza della Corte Costituzionale e garantire un diritto del malato ignorato a causa dell’assenza di una legge nazionale, come ribadito anche dall’Alta Corte».

I criteri della sentenza costituzionale sul suicidio
Per la Consulta, un suicidio assistito è ammissibile se la persona:

  • sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, come la ventilazione meccanica o la nutrizione artificiale;
  • sia affetta da una patologia irreversibile, che non lascia alcuna speranza di guarigione o di miglioramento;
  • soffra in modo intollerabile, sia fisicamente che psicologicamente, a causa della sua malattia;
  • abbia espresso il suo proposito di suicidio in modo autonomo e liberamente formatosi, dopo aver ricevuto tutte le informazioni necessarie sulle sue condizioni di salute, sulle cure palliative disponibili e sulle modalità del suicidio assistito;
  • sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, senza subire pressioni o influenze da parte di altri.

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