Salute

Roccatti, Anafe-Confindustria: “Con la sigaretta elettronica abbiamo fatto smettere di fumare oltre un milione di persone”

27
Gennaio 2023
Di Simone Zivillica

Il dibattito sulla road-map tracciata dal governo per la lotta al tabagismo coinvolge anche la sigaretta elettronica. Se la direzione che sembra voler percorrere il ministro Schillaci è quella di nuovi divieti e imposizioni, l’industria della e-cig ha dato, già da tempo, una sua risposta a un problema che continua a far contare decine di migliaia di vittime ogni anno. Una risposta che propone di considerare la sigaretta elettronica per quello che è, vale a dire uno strumento necessario per la riduzione del rischio, e che si è già dimostrata essere efficace.

L’industria, appunto, ha le idee chiare su come intraprendere questo percorso. «In quattordici anni di attività, con la sigaretta elettronica abbiamo fatto smettere di fumare più di un milione di persone. Addirittura, in Inghilterra, sul pacchetto di sigarette c’è scritto di provare con l’e-cig se non riesci a smettere di fumare. Ecco, noi siamo convinti che tentare con la cessazione del fumo sia giusto in prima battuta, ma dobbiamo riconoscere che funziona con un numero molto esiguo di persone. Ricordiamo che nei centri anti-fumo si rivolge solo lo 0,1% dei fumatori, circa 100mila persone l’anno e solo 45mila smettono effettivamente di fumare. È come tentare di svuotare l’oceano con un secchiello», lo ha detto questa mattina Umberto Roccatti di Anafe-Confindustria a A View From Italy, il format di The Watcher Post negli Utopia Studios condotto da Daniele Capezzone. «Dobbiamo prendere atto che le politiche sanitarie messe in atto finora non hanno funzionato. Bisogna avere una politica di riduzione del rischio come si fa con l’automotive o con il clima» – ha continuato Roccatti. «Gli obiettivi del beating cancer plan, che puntano al 5% dei fumatori entro il 2040 – ricordiamo che noi siamo al 24% – non saranno mai raggiungibili senza gli strumenti a rischio ridotto. Qualcuno, però, si deve prendere la responsabilità» – ha poi concluso.