Salute
Salute mentale, 10 miliardi di benefici con +1,6% spesa sanitaria. Il Rapporto
Di Ilaria Donatio
I disturbi mentali “costano all’Italia 20 miliardi di euro l’anno, circa il 3,3% del Pil, e perdite complessive per oltre 63 miliardi di euro, legate alla perdita di produttività, all’assenteismo e alla disoccupazione di lunga durata. Oggi, in Italia, si investe il 3,4% della spesa sanitaria nazionale in salute mentale e se il Paese aumentasse tali risorse fino a raggiungere il target del 5%, si registrerebbero benefici diretti e indiretti per 10,4 miliardi di euro. Per ogni euro investito in salute mentale, il Sistema-Paese ne guadagna 4,7“. È quanto emerge dal rapporto “La salute mentale come motore della crescita socio-economica dell’Italia“, realizzato da Angelini Pharma in partnership con The European House – Ambrosetti e presentato oggi a Roma, al ministero della salute, nel corso dell’evento ‘Headway – A New Roadmap in Brain Health: Focus Mental Health’.
Alla presenza, tra gli altri, del ministro della Salute Orazio Schillaci e della viceministra del Lavoro Maria Teresa Bellucci, il rapporto presentato, oltre a fotografare l’epidemiologia dei disturbi mentali in Italia, esplora anche il ruolo della salute mentale nella crescita economica del Paese, calcolando il Roi, il ritorno sull’investimento, e indagandone gli impatti diretti e indiretti sulla produttività e sul mondo del lavoro.
“La salute mentale è una priorità che va oltre l’individuo, influenzando famiglie, aziende e coesione sociale, con un impatto sull’intero Sistema-Paese, ha commentato Sergio Marullo di Condojanni, Ceo di Angelini Industries – L’impegno dell’industria farmaceutica è cruciale, come dimostrano gli importanti investimenti in innovazione e le numerose partnership strategiche sviluppati a livello globale e mirati a rispondere a bisogni clinici non ancora soddisfatti nel settore dei disturbi neurologici e mentali, una delle priorità globali, subito dopo l’oncologia”.
I costi economici della salute mentale
“Guardando ai dati sulla prevalenza dei disturbi mentali in Italia, notiamo come questa si concentri in modo predominante nella popolazione in età lavorativa, con il 64,8% dei casi complessivi registrati nella fascia di età 20-64 anni – ha aggiunto Gabriele Ghirlanda, executive director Global value, access & public affairs Angelini Pharma – Tuttavia, solo il 57,9% dei casi viene trattato. Questo quadro si traduce in costi elevati in termini di ridotta produttività, spesa assistenziale e sociale e spesa sanitaria diretta, per una cifra complessiva di circa 63,3 miliardi di euro. Questi dati evidenziano l’urgenza di migliorare l’efficienza e l’efficacia delle risorse attuali, dando priorità ai servizi territoriali e alle strategie di intervento precoce. È imprescindibile adottare un approccio integrato che consideri la salute mentale come parte integrante della salute pubblica e includa anche la prevenzione. Solo con azioni coordinate possiamo affrontare efficacemente l’aumento dei casi di disturbi mentali e ridurre l’impatto socioeconomico”.
Dallo studio emerge che tali numeri sono anche sottostimati, come suggerisce l’ampio divario tra le Regioni italiane in termini di accertamenti, dal momento che si passa dai 266,1 casi per 10.000 abitanti a Bolzano agli 84,8 della Sardegna. “Il tasso di occupazione per le persone che manifestano problemi di salute mentale, infine, è pari a 42,7%, una percentuale che scende ulteriormente al 40,2% per gli individui con disturbi complessi – si legge nell’indagine – Si tratta di numeri inferiori anche di venti punti rispetto al dato della popolazione generale, elemento che evidenzia gravi disuguaglianze nell’accesso al mondo del lavoro”.
Istat, in grandi città, giovani più a rischio depressione
“Esistono differenze di genere ma anche territoriali relativamente all’indice di salute mentale dei cittadini italiani. Ad esempio nelle donne l’indice è peggiore rispetto agli uomini mentre, a livello regionale, le regioni del nord-est e del nord-ovest hanno valori di benessere dei cittadini migliori”. Lo ha detto Michele Camisasca, direttore generale Istat, intervenendo alla presentazione del rapporto
“Le grandi città e i centri urbani rappresentano dei contesti in cui c’è maggiore probabilità di soffrire di depressione – ha detto ancora Camisasca – soprattutto nei ragazzi tra 14-17 anni. In questo si appaiano sia i dati Istat sia quelli Eurostat”.
Schillaci: “Pronto Piano nazione salute mentale”
“Il Piano nazionale sulla salute mentale, che mancava da 10 anni e non era più adatto a rispondere in maniera efficace ai bisogni di pazienti di oggi, è pronto e lo stiamo sottoponendo alle Direzioni competenti prima della condivisione con le Regioni. Come avevo già detto precedentemente, entro questi primi mesi dell’anno dovremmo concludere l’iter”. Lo ha annunciato il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento.
“In questi anni la medicina e la sanità sono state interessate da tante trasformazioni, è cambiata la gestione di molte di queste patologie, penso alla depressione. Su questo insieme all’Istituto Superiore di Sanità stiamo programmando le linee guida sulla depressione e su altri disturbi che allineeranno l’Italia ad altre nazioni europee”, ha aggiunto. ”Sono cambiati i modelli organizzativi, i bisogni dei pazienti e sono disponibili trattamenti più innovativi. Era, insomma, doveroso aggiornare il Piano intervenendo anche sulle criticità rilevate per migliorare la qualità dei percorsi di prevenzione, trattamento e riabilitazione nell’ambito della salute mentale”, ha concluso.
Bellucci, da governo 600 mln euro per potenziare servizi sociali
“I dati ci dicono che in Italia i disturbi mentali colpiscono circa una persona su sei. Ansia e depressione sono tra le patologie più diffuse, con un impatto significativo sul mondo del lavoro: il 64,8% dei casi totali, infatti, riguarda persone in età lavorativa. Questi disturbi non solo compromettono il benessere individuale, ma generano un costo economico rilevante per il nostro sistema produttivo. Le ripercussioni, infatti, sono l’assenteismo, la non partecipazione al mercato del lavoro – penso ai NEET – e la minor produttività”. Così l’on. Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali,
“Il Governo ha adottato un approccio trasversale, che vuole coinvolgere tutte le politiche pubbliche. La salute mentale, infatti, non è un tema solo sanitario, ma anche sociale, educativo, lavorativo e richiede quindi interventi integrati e coordinati. Come Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali stiamo lavorando per potenziare i servizi sociali a livello territoriale. Abbiamo infatti stanziato quasi 600 milioni di euro per rafforzare il lavoro in équipe multidisciplinari composte da psicologi, educatori e assistenti sociali”, ha aggiunto Bellucci.
Inoltre, grazie al protocollo d’intesa triennale siglato da INAIL, ente vigilato dal Ministero, e CNOP nell’ottobre 2023, “è stata attivata un’importante collaborazione, volta a diffondere la cultura psicologica e a garantire il benessere psicofisico, valorizzando il contributo professionale degli psicologi. E ancora, di recente, si è chiuso il bando INPS per l’assunzione a tempo indeterminato di 781 psicologi e assistenti sociali, risorse essenziali per rafforzare il personale e offrire migliori servizi di presa in carico e assistenza. Stiamo lavorando per costruire una società più inclusiva e consapevole, in cui la cura della salute mentale sia un diritto di tutti”, ha colcuso.