Salute

Resistenza antibiotici, troppi decessi in Italia. Vaia smorza i toni

10
Luglio 2023
Di Giampiero Cinelli

La resistenza agli antibiotici non smette di preoccupare. Entro il 2050 potrebbe diventare la prima causa di morte in Italia, secondo un recente studio di Value in Health Technology and Academy for Leadership and Innovation, spin off dell’Università Cattolica. Infatti in Europa si verificano ogni anno più di 670.000 infezioni da microbi antibiotico-resistenti, portando a circa 33.000 decessi, di cui un terzo in Italia, che è il primo Paese in Ue per questa causa di morte.

A livello globale, fino a 10 milioni di persone potrebbero morire ogni anno entro il 2050 a causa della resistenza agli antibiotici. Questo fenomeno è tra le prime 10 minacce globali per la salute secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. Nel 2019, circa 1,27 milioni di decessi a livello globale sono stati direttamente attribuiti a infezioni resistenti ai farmaci. Complessivamente, quasi cinque milioni di decessi sono stati associati all’antimicrobico-resistenza batterica.

Le cause della resistenza agli antibiotici sono imputabili all’aumento dell’uso di questi farmaci sia in medicina umana che veterinaria, l’uso degli antibiotici in zootecnia e agricoltura, la diffusione delle infezioni all’interno di ambienti sanitari, da parte di microrganismi antibiotico-resistenti, maggiore diffusione dei ceppi resistenti dovuto ai spostamenti internazionali.

Ma ci tiene a smorzare l’allarme il Direttore dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani Francesco Vaia, «Non siamo di fronte ad una nuova emergenza – detto a RaiNews24 –. Il problema c’è e noi ne stiamo parlando e ce ne stiamo occupando ormai da tempo. La soluzione non può essere solo quella del comportamento del cittadino, che deve essere corretto evitando l’eccessivo consumo di farmaci, o fare nuovi antibiotici o nuove molecole. Questa è solo una parte della soluzione. Il problema va affrontato in una visione One Health: la salute è strettamente interconnessa con l’ambiente nel quale viviamo e quindi col mondo animale e col mondo vegetale. Penso agli animali: li alleviamo dando loro antibiotici e quindi contribuiamo alla crescita di questa antibiotico resistenza. Dobbiamo pensare a un ’New Green Deal’ di cui si devono rendere protagonisti i giovani che sono sempre stati gli attori principali dei cambiamenti epocali. Abbiamo bisogno di vedere un rapporto diverso tra uomo e natura. Dico ai giovani: ragazzi, costruite un mondo migliore che forse noi non siamo stati in grado di costruire».

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