Un conto è prevedere opportune precauzioni soprattutto rispetto all’ingresso in ospedale di persone raffreddate e con sintomi, altro conto sarebbe ricreare – senza alcuna base scientifica e razionale – un clima di panico rispetto a una (inesistente) nuova emergenza Covid.
Cerchiamo di rimettere le cose al loro posto: siamo alla fine della stagione estiva, è prevedibile un saliscendi delle temperature, e dunque non c’è da stupirsi di un’eventuale salita dei contagi.
Ma il clima cupo e allarmistico che alcuni organi di informazione hanno cercato di creare nei giorni scorsi, per non dire del consueto tremendismo di qualche televirologo forse in astinenza da talk-show, appare incongruo e soprattutto nocivo per un’economia che già avverte qualche segno di rallentamento. A maggior ragione, nessuno riprovi a mettere in scena uno spettacolo di cui non avvertiamo alcuna nostalgia.
E allora a cosa serve questa ennesima replica della liturgia della paura? Forse a descrivere la destra come “insensibile” e – sotto sotto – vagamente “negazionista”? Se qualcuno pensa che gli italiani abbocchino a questo tipo di esche, sbaglia clamorosamente i propri calcoli.