Salute

Malattie croniche: un peso crescente per la sanità, tra prevenzione e strategie di assistenza

13
Novembre 2024
Di Beatrice Telesio di Toritto

Le malattie croniche rimangono la principale causa di mortalità a livello mondiale, con effetti che si estendono non solo sulla salute dei singoli individui, ma anche sui bilanci dei sistemi sanitari e sull’intera società. In Italia, sono circa 24 milioni le persone che convivono con una o più patologie croniche, come diabete, malattie cardiache, ictus, malattie respiratorie croniche e tumori, con un costo per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che supera i 65 miliardi di euro ogni anno, secondo i dati dell’Osservatorio Salutequità.

Questo tema è stato al centro del convegno “Viaggio nelle cronicità: percorso del paziente e strategie terapeutiche. Focus: Le malattie cardio-renali-metaboliche”, tenutosi martedì nella storica Sala Zuccari del Senato e organizzato dal senatore Guido Liris, fondatore e presidente dell’Intergruppo parlamentare sulle cronicità.

“L’Intergruppo per la prevenzione e la presa in carico delle cronicità nasce per accendere i riflettori sulle complessità legate alle patologie cronico-degenerative” ha sottolineato il Senatore Guido Liris. È necessario ricorrere a un approccio integrato, potenziare le cure territoriali, riservando all’ospedale solo la gestione delle fasi acute, e favorire l’accesso alle terapie innovative. “È altresì fondamentale investire sulla prevenzione primaria e secondaria per ridurre il peso delle complicanze e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Particolare attenzione va prestata alle interconnessioni cardio-renali-metaboliche, che, per la loro complessità, rappresentano il paradigma delle cronicità e richiedono l’adozione di un approccio personalizzato e multidisciplinare”.

Un focus particolare è stato dedicato alla sindrome cardio-renale-metabolica (CRM), che riflette la stretta connessione tra patologie cardiache, renali e metaboliche. In Italia, questa sindrome interessa quasi 11,6 milioni di persone, di cui 4,7 milioni presentano simultaneamente due o più fattori di rischio CRM, configurando così un “effetto moltiplicatore” che accresce la complessità e il rischio per i pazienti. Essenziale in questo senso, soffermarsi sulle malattie croniche attraverso momenti di confronto tra rappresentanti delle Istituzioni, delle Società scientifiche, delle Associazioni di Pazienti e dell’Industria. Durante il convegno sono state presentate infatti proposte concrete per migliorare l’assistenza ai pazienti, racchiuse in un pamphlet realizzato con il supporto non condizionante dell’azienda Boehringer Ingelheim con l’obiettivo di costruire un nuovo modello sanitario capace di rispondere efficacemente ai bisogni di una popolazione che invecchia e di garantire una gestione avanzata delle patologie croniche.

Il concetto di “prevenzione” è stato non a caso il filo conduttore degli interventi dei relatori, che hanno sottolineato all’unisono quanto sia cruciale adottare un approccio preventivo per ridurre l’incidenza delle malattie croniche. “Dobbiamo superare il modello reattivo, adottato finora soprattutto nelle emergenze, e orientarci verso un approccio preventivo”, ha dichiarato Maria Rosaria Campitiello, a capo del Dipartimento di prevenzione, ricerca ed emergenza del Ministero della Salute. Durante il convegno è stato più volte evidenziato anche il ruolo essenziale che il personale sanitario e i Medici di Famiglia possono svolgere in tal senso nella cura dei pazienti e, in particolare, nella gestione della diagnosi precoce, considerata uno strumento chiave per migliorare l’efficacia delle terapie e ridurre il peso delle malattie croniche.

L’Onorevole Matteo Rosso (FdI) e l’Onorevole Gian Antonio Girelli (PD), entrambi membri della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, hanno messo in risalto come l’impegno quotidiano di questi professionisti rappresenti il primo e fondamentale livello di assistenza, in grado di intercettare i segnali iniziali delle patologie e di indirizzare i pazienti verso percorsi di cura tempestivi e personalizzati.

In particolare, è emersa con forza la necessità di intensificare le campagne di screening e prevenzione, strumenti che, se implementati in modo capillare, consentirebbero di rilevare le patologie ancor prima che si manifestino i sintomi. Questo approccio è particolarmente urgente per le malattie cardio-renali-metaboliche, che, a causa della loro natura complessa e interconnessa, richiedono un monitoraggio costante e una risposta sanitaria immediata per evitare complicazioni gravi e ridurre la progressione della malattia. La mancata tempestività nell’assistenza ha infatti conseguenze pesanti: molti pazienti, pur essendo diagnosticati, non ricevono cure adeguate e immediate, il che compromette la loro qualità di vita e aumenta i costi per il Servizio Sanitario Nazionale. Da qui l’urgenza di garantire una presa in carico precoce e continuativa, elemento ritenuto ormai indispensabile per fronteggiare l’impatto delle patologie croniche e assicurare un’assistenza efficace e sostenibile nel lungo periodo.

La ricerca scientifica gioca infine un ruolo centrale in questo cambiamento, contribuendo allo sviluppo di terapie innovative che possano migliorare la gestione delle patologie croniche. “La prevenzione è un vero investimento per il futuro,” ha evidenziato Francesco Banchi, Head of CRM Franchise di Boehringer Ingelheim. “Siamo consapevoli che il costo del Sistema Sanitario italiano è elevato e anticipare la presa in carico dei pazienti consente di ottimizzare le risorse a lungo termine. Boehringer Ingelheim investe il 20% del fatturato globale in ricerca e sviluppo per offrire trattamenti sempre più efficaci e sicuri. Prevenire è un investimento che guarda al futuro”.

Riprese e montaggi a cura di Simone Zivillica