Salute
Global Health Summit: Draghi e Von der Leyen guidano la prevenzione di crisi sanitarie
Di Redazione
di Paolo Bozzacchi
Ispirati dai Trattati di Roma del 1957 che diedero vita alla famiglia europea, Mario Draghi e Ursula Von der Leyen vogliono rilanciare. Si terrà domani a Roma (in forma virtuale) il Vertice Mondiale della Salute (Global Health Summit), organizzato dall’Italia Presidente di turno G20 e dalla Commissione europea. “Discuteremo delle modalità per migliorare la sicurezza sanitaria, rafforzare i sistemi sanitari e potenziare la nostra capacità di affrontare in futuro le crisi in uno spirito di solidarietà”, ha annunciato il Premier Draghi. “Il mondo deve essere meglio preparato a proteggere l’umanità dalle pandemie future. Dobbiamo imparare la lezione e tutti i Paesi devono lavorare meglio insieme per migliorare la sicurezza sanitaria globale”, ha chiosato la Presidente della Commissione europea Von der Leyen.
Il combinato disposto Italia-UE ha dato l’esempio e ottenuto già dei risultati inattesi in termini di livello di partecipazione al Global Health Summit. Interventi che vanno da quello del Presidente cinese Xi Jinping con un discorso in collegamento video da Pechino, a quello di Bill Gates (domani poco prima delle 13). Nella sessione “Act-A-Session” interverranno il Presidente del Sudafrica, Matamela Cyril Ramaphosa e la prima ministra della Norvegia Erna Solberg. Tra i relatori italiani di spicco Paolo Gentiloni, Commissario UE all’Economia e il Senatore a vita Mario Monti, Presidente della Commissione Pan-Europea sulla salute e lo sviluppo sostenibile.
Il Vecchio Continente vuole essere anche saggio, lasciando al mondo una Dichiarazione di Roma che punta ad essere il riferimento per la cooperazione multilaterale e le azioni congiunte necessarie per prevenire future crisi sanitarie mondiali. Un vero e proprio esame di maturità per la comunità internazionale, chiamata a imparare la lezione della pandemia da Covid-19 che ha messo a dura prova i sistemi sanitari così come la tenuta dei sistemi sociali globali. D’altronde è di ieri l’appello del Consiglio di Sicurezza dell’ONU alla comunità internazionale per accelerare la disponibilità di vaccini in Africa, dove al momento il Continente ha ricevuto solamente il 2% delle dosi gestite a livello globale. C’è ancora da fare presto e bene, ma è bene concentrarsi altrettanto sulla prevenzione.
Perciò il Global Health Summit si baserà anzitutto sul Coronavirus Global Response, la maratona di donazioni che lo scorso anno su iniziativa G20 a Presidenza Saudita ha raccolto dalla prima ondata 2020 quasi 16 miliardi di euro da donatori di tutto il mondo per l’accesso universale alle cure, ai test e ai vaccini contro il Coronavirus. Poi sul lavoro delle Istituzioni e dei consessi multilaterali, in particolare l’OMS e i Regolamenti Sanitari Internazionali. Infine su altre iniziative e processi in materia di salute, compresi quelli che si svolgono in ambito G20 e G7.
La Dichiarazione di Roma lascerà il segno nella misura in cui tutti gli attori coinvolti faranno davvero la loro parte.
Sul serio.