In Parlamento / Salute
Elezioni, sanità in ombra. Ecco le proposte dei partiti
Di Giampiero Cinelli
Elezioni vicine. Ma poche parole e tanti giochi di palazzo. Anche adesso che abbiamo l’ufficialità sulle liste ammesse e sui candidati. Ermetici, i partiti, va ammesso, anche sulla sanità. Che invece dovrebbe essere uno dei temi all’ordine del giorno. Sia per la sua importanza che per il peso che ha assunto in questi ultimi anni di problemi dovuti al Covid. Certo le proposte nei documenti programmatici ci sono, molto chiare in alcuni, più sintetiche in altri, ma la brevità può non essere segnale di sospetto. In generale pochi invece sono i dettagli su quanti soldi effettivamente verranno impiegati e come. In un quadro in cui stavolta le risorse non dovrebbero scarseggiare, viste le possibilità del Pnrr e la maggiore crescita del 2021, pur messa a repentaglio dall’aumento sconsiderato dei costi dell’import energetico e dagli squilibri dati dalla guerra in Ucraina. Mario Draghi aveva previsto una spesa sanitaria intorno ai 123 miliardi nel 2023, vedremo se il nuovo governo si scosterà molto da tale cifra in fase d’approvazione della nuova legge finanziaria, da consegnare entro dicembre, ma da abbozzare in ottobre, nonostante l’esecutivo dovrà insediarsi in tempi poco utili da questo punto di vista. Ma veniamo ai programmi.
C’è da dire che delle similitudini possono essere riscontrate. E vanno dalla presa di coscienza che servono più investimenti per efficientare e assumere personale, da anni carente, passando per l’evergreen delle liste d’attesa, fino al riferimento a una migliore medicina territoriale e di prossimità, un’idea chiaramente scaturita dall’esperienza della pandemia, in cui è mancato un efficiente raccordo tra strutture e reti domiciliari. Con i medici che in larghissima parte non hanno effettuato visite a casa dei malati virali. Vediamo i punti sintetici salienti dei principali schieramenti.
Centrodestra
- Sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, rafforzamento della medicina predittiva e incremento dell’organico di medici e operatori sanitari.
- Aggiornamento dei piani pandemici e di emergenza e revisione del Piano sanitario nazionale.
- Oltre la pandemia: ripristino delle prestazioni ordinarie e delle procedure di screening, abbattimento dei tempi delle liste di attesa.
- Estensione prestazioni medico sanitarie esenti da ticket.
- Contrasto alla pandemia da Covid-19 attraverso la promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali – come la ventilazione meccanica controllata e il potenziamento dei trasporti senza compressione delle libertà individuali.
- Riordino elle scuole di specializzazione dell’area medica.
- Revisione del piano oncologico nazionale.
Partito Democratico/Centrosinistra
- Investimento sulle Case della Comunità come modello in grado di farsi prossimo alle esigenze di tutta la popolazione, in un’ottica di prossimità e multidisciplinarietà. Finanzieremo un Piano straordinario per il personale del Ssn, superando definitivamente i tetti di spesa in vigore da più di 10 anni, riducendo il ricorso a personale non strutturato (lavoratori precari, collaborazioni esterne ed esternalizzazioni), rafforzando ed incentivando la presenza sul territorio dei Medici di Medicina generale e degli infermieri di comunità, garantendo il tempestivo rinnovo dei contratti di lavoro.
- Superare il modello di programmazione della spesa sanitaria costruita per comparti chiusi e tetti di spesa. In modo particolare, il tetto sulla spesa per il personale sanitario ha rappresentato un ostacolo al rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale.
- Piano straordinario per il personale del Ssn, superando definitivamente i tetti di spesa in vigore da più di 10 anni, riducendo il ricorso a personale non strutturato (lavoratori precari, collaborazioni esterne ed esternalizzazioni), rafforzando ed incentivando la presenza sul territorio dei Medici di Medicina generale e degli infermieri di comunità, garantendo il tempestivo rinnovo dei contratti di lavoro.
- piano straordinario per la salute mentale, per promuovere presa in carico e inclusione attraverso lo sviluppo di modelli organizzativi di prossimità, con Centri di Salute Mentale di piccola scala, fortemente radicati e integrati nelle comunità.
- Approveremo la riforma della non autosufficienza proposta dal Ministro Orlando con un incremento del finanziamento pubblico per l’offerta di interventi e servizi e garantiremo riconoscimento e tutele ai caregiver.
- Dimezzare al 2027 i tempi massimi delle liste di attesa per esami diagnostici e interventi, riformando l’attuale Piano Nazionale Governo Liste d’Attesa con l’introduzione di un sistema di incentivi-sanzioni e di mobilità tra strutture sanitarie.
- Superare il modello di programmazione della spesa sanitaria costruita per comparti chiusi e tetti di spesa. In modo particolare, il tetto sulla spesa per il personale sanitario ha rappresentato un ostacolo al rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale.
Movimento Cinque Stelle
- Basta interferenze della politica nelle nomine dei dirigenti sanitari.
- Riforma titolo v della Costituzione per riportare la salute alla gestione diretta dello Stato ed evitare le attuali disfunzioni dei 20 sistemi regionali, a maggior ragione emerse con la pandemia.
- Potenziamento e accessibilità alle terapie innovative e avanzate.
- Incentivi per i pronto soccorso.
- Aumento delle retribuzioni per il personale sanitario.
Azione-Italia Viva
- Ridefinire la disciplina di competenza di Stato e Regioni con riferimento ed oltre al titolo V della Costituzione Italiana. In particolare, è necessario riconoscere allo Stato funzioni di analisi di dati e bisogni, valutazione delle tecnologie sanitarie, indirizzo e coordinamento delle Regioni.
- Sanità in grado di assicurare un continuum assistenziale tra casa del paziente, territorio, ospedale e viceversa. È quindi necessaria una riorganizzazione dell’assistenza territoriale in ottica di prevenzione e promozione della salute e di garanzia della continuità delle cure. Sono inoltre necessari investimenti sull’assistenza residenziale e domiciliare per la popolazione fragile, finalizzati ad abbattere le esistenti barriere di accesso alle cure attribuibili ad importanti diseguaglianze geografiche e sociali.
- Istituire modalità più trasparenti nel differenziare servizi pubblici e privati in modo che questi possano collaborare in sinergia e integrarsi tra loro, con l’obiettivo primario di mettere al centro i bisogni del paziente e le sue scelte di cura in un sistema integrato pubblico/privato che garantisca a tutti la stessa qualità di cura e un servizio pubblico efficace ed efficiente.
- Incrementare gli investimenti e l’impegno dei servizi sanitari nelle attività di prevenzione e promozione della salute per garantire che l’obiettivo primario del nostro SSN sia la tutela della salute della popolazione e non la cura della malattia.
- Più rapida ascesa di carriera in campo sanitario e una remunerazione adeguata al carico di lavoro e soprattutto alle responsabilità, così da limitare contestualmente il fenomeno dell’emigrazione di professionisti sanitari verso l’estero.
- Per recuperare il “deficit di cure” causato dalla pandemia da COVID-19 è necessario varare un piano straordinario per aumentare la capacità produttiva di prestazioni di specialistica ambulatoriale, visite di controllo e interventi.
- Piano strategico nazionale per il sostegno alla filiera delle Scienze della Vita e dei dispositivi medici.
- Urgente adozione di tutti i decreti attuativi del Testo Unico delle Malattie Rare, nonché del Secondo Piano Malattie Rare con l’incremento del relativo fondo. Inoltre, è necessario inserire nei LEA nuove malattie invalidanti (quali vulvodinia, fibromialgia, ecc.) e istituire un fondo per la sperimentazione triennale in ogni Regione di un nuovo sistema di LEA per pazienti con malattie rare o croniche invalidanti basato sui piani terapeutici personalizzati e non sul rigido meccanismo dell’elenco delle prestazioni riconosciute.
- Finanziamento stabile e adeguato. In misura comunque non inferiore alla media del finanziamento dei Sistemi Sanitari dell’Unione Europea, in termini di entità complessiva. Inoltre, è opportuno destinare una quota non inferiore al 3% del Fondo Sanitario Nazionale alla Ricerca, riaffermando il principio che l’attività di ricerca sia parte integrante e fondamentale del SSN, motore virtuoso di sviluppo del Paese.
Nessuno si sbilancia sulla questione del Green Pass e dell’obbligo vaccinale ora sospeso. Il ministro che ha difeso la linea della fermezza a spada tratta, Roberto Speranza, è candidato capolista nelle liste del centrosinistra al Collegio proporzionale Napoli 1. Molto probabile la sua rielezione, molto meno la prospettiva per cui sarà di nuovo lui a orientare le scelte anti-pandemiche. La Meloni non è affezionatissima al Green Pass, il centrodestra non ne ha mai fatto un vanto. Le liste anti-sistema, da Italexit di Paragone a Italia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo (l’ex grillino ha molte più chance di superare lo sbarramento) sono contrarie al Green Pass ma non all’idea che le persone possano vaccinarsi se lo vogliono. Anche Unione Popolare di De Magistris non appare fanatica della misura restrittiva, aprendo alla possibilità che si indaghi per capire meglio l’effettiva efficacia di cure e profilassi.