Salute

Dopo la pandemia: come garantire salute mentale e digitale per adolescenti e giovani

24
Maggio 2021
Di Redazione

La diffusione della pandemia e l’adozione delle conseguenti misure restrittive hanno avuto un impatto significativo su ogni aspetto della nostra vita quotidiana, imponendo una rivoluzione culturale, economica e sociale in ogni comparto produttivo ed economico del Paese. 

 

Le categorie che ne hanno subìto maggiormente le conseguenze sono quelle dei giovani e degli studenti. La realtà della scuola è stata al centro del cambio di paradigma forzato: l’implementazione della famigerata didattica a distanza (DAD) ha generato notevoli ripercussioni sui minori, come dimostrano l’incremento del tasso di abbandono scolastico, l’aumento di disturbi neuropsicologici tra gli studenti e la comparsa di sintomi depressivi, problemi legati al sonno e comportamenti impulsivi e autolesionistici, soprattutto nei giovani tra gli 11 e i 17 anni, come ha sottolineato la Ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone in audizione presso la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza lo scorso giovedì 20 maggio.

 

Anche le parole del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, audito dalla stessa Commissione il giorno precedente, sono chiare: “Senza la presenza in aula a scuola, i disturbi psicologici degli studenti si sono accentuati”. Purtroppo, la condizione di isolamento e la mancanza di relazioni hanno generato un impatto molto forte su bambini e adolescenti, con conseguenze psicologiche preoccupanti e la mancanza degli insegnanti in presenza ha eliminato degli importanti rilevatori di criticità del disagio psicologico dei minori. “Abbiamo sin da subito messo in atto un rapporto strettissimo con la Società italiana di psicologia, che deve servire a dare gli strumenti ai dirigenti e agli insegnanti per riconoscere subito i segnali di un disagio psicologico. Ma sia chiaro, la scuola non è una clinica né può essere la soluzione di tutto, è il tramite di tutto", ha dichiarato il Ministro Bianchi.

 

Nella propria funzione educativa, formativa e sociale, la scuola deve necessariamente essere affiancata dalle istituzioni ed enti che garantiscano, con le proprie funzioni, attività e iniziative, il necessario supporto complementare a soddisfare le necessità dei minori nell’età dello sviluppo. La scuola è il principale centro di socialità e il venir meno della didattica in presenza sta creando danni le cui conseguenze diventeranno ancora più rilevanti nel lungo periodo. 

 

L’impegno politico all’interno della cornice della tutela del benessere mentale dei minori si è concretizzato ulteriormente con la recentissima adozione del c.d. DL Sostegni-bis in sede di Consiglio dei Ministri. Tra le altre misure previste, il provvedimento destina poco meno di 20 milioni di euro al reclutamento straordinario sul territorio degli psicologi, per “tutelare la salute e il benessere psicologico individuale e collettivo, tenendo conto, in particolare, delle forme di disagio psicologico dei bambini e degli adolescenti, conseguenti alla pandemia da Covid”.

 

L’intervento del Governo si innesta in un percorso più ampio, incentrato sulla necessità di tutelare il benessere dei minori, trasversalmente condivisa dalle forze politiche, come dimostra l’apposito capitolo dedicato al tema all’interno del PNRR, l’elaborazione del nuovo Piano Nazionale Infanzia, e l’approvazione del testo unificato delle risoluzioni a prima firma del deputato e pediatra Paolo Siani (Partito Democratico) e della deputata e psicologa Maria Teresa Bellucci (Fratelli d’Italia). 

 

La stessa deputata Bellucci, in occasione dell’evento “La Salute e il Benessere Mentale durante la Pandemia: Conoscenza e Ascolto come strumenti di Prevenzione”, organizzato da Binario F, l’hub di Facebook dedicato allo sviluppo delle competenze digitali, nella cornice della Mental Health Awareness Week del 10-16 maggio, ha ribadito con forza che “la cura della salute psicologica non può continuare ad essere un privilegio per pochi”, sottolineando che “l’Italia deve potenziare il sistema dei servizi introducendo figure come lo psicologo di base e lo psicologo scolastico e riconoscendo un voucher per la psicoterapia”. 

 

In tale occasione, anche il mondo dell’associazionismo e del Terzo Settore, presente all’evento in videoconferenza con le realtà di Telefono Azzurro, Telefono Rosa, Telefono Amico, Fondazione Carolina e Mama Chat, ha sottolineato come la tutela della salute mentale dei bambini e degli adolescenti sia una priorità indifferibile, la cui realizzazione deve necessariamente passare attraverso il coinvolgimento di tutte le realtà del Paese, istituzionali, sanitarie, sociali e dell’intera comunità.

 

L’On. Federica Zanella, tra i partecipanti all’incontro, ha posto l’accento su un altro grave problema che affligge il mondo dei giovani e che si è acuito durante il periodo della pandemia: il cyberbullismo. La deputata della Lega, infatti, ha evidenziato che “il maggior tempo passato online ha più che raddoppiato i casi legati alla lesione della dignità della persona e, mancando anche il rapporto diretto con gli insegnanti, che spesso possono intercettare il disagio, i ragazzi che hanno subito atti di cyberbullismo, sexting, o altro, sono stati lasciati ancor più senza punti di riferimento”.

 

Queste parole trovano tristemente riscontro nei dati forniti dalla direttrice della Polizia postale e delle comunicazioni, Nunzia Ciardi, che ha recentemente affermato che “nel 2020 è stato rilevato un aumento pari al 77% dei reati online a danno di bambini e ragazzi: pedopornografia, adescamento online e cyberbullismo su tutti”. In particolar modo, i casi di cyberbullismo, dovuti sempre di più a noia, isolamento sociale e monotonia, hanno registrato un incremento del 96% e hanno coinvolto bambini sempre più piccoli. 

 

È quindi necessario, ora più che mai, diffondere l’educazione digitale tra insegnanti, genitori e minori per far comprendere il corretto utilizzo degli strumenti online per la protezione delle fasce più a rischio, per vivere la rete in maniera consapevole e sfruttarne tutte le potenzialità.

 

La pandemia ha messo in luce gli aspetti più problematici dei minori in età scolastica, e il suo impatto ha determinato un cambiamento radicale nei comportamenti dei più giovani e ha esacerbato disuguaglianze e contraddizioni già presenti all’interno della nostra società. Non bisogna lasciare solo chi più di tutti sta pagando sulla propria pelle il prezzo di questa pandemia. È necessaria la creazione di una rete socio sanitaria che abbia il compito di dare supporto alle famiglie ad intercettare le fragilità dei più piccoli, che includa la scuola, le organizzazioni e le istituzioni, per un deciso cambio di approccio nella gestione di queste problematiche, che meritano sicuramente più attenzione da parte di tutte le realtà coinvolte. 


 

Giuseppe Airò

 

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