Aumenta sempre di più il numero di adolescenti vittime di disturbi alimentari. Sono sempre di più gli individui in età compresa tra i 10 e i 25 anni, ad essere insoddisfatti del proprio corpo.
Un cambiamento di rotta "e' doveroso, ma occorre un approccio di tipo integrato. Un intervento inteso non come regolazione esclusiva del peso corporeo, ma piuttosto come adozione di comportamenti finalizzati al cambiamento degli stili di vita e al miglioramento dei generali livelli relazionali e affettivi, che contribuiscono ad accrescere il livello di consapevolezza del bambino o dell'adolescente e della sua famiglia". Una posizione chiara quella dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), che dal 2007 propone progetti di sensibilizzazione e informazione sui disturbi del comportamento alimentare.
L'IdO ha adoperato uno strumento di autovalutazione che consentisse di delineare tratti psicologici, sentimenti e comportamenti rilevanti nella comprensione dei disturbi alimentari. Le aree indagate sono state: impulso alla magrezza, bulimia, insoddisfazione per il corpo, inadeguatezza, perfezionismo, sfiducia interpersonale, consapevolezza enterocettiva, paura della maturità, ascetismo, impulsività, insicurezza sociale. Dai risultati emersi si evince quindi che l'area più significativa afferisce all'insoddisfazione per il corpo, seguita dalla paura della maturità e dall’impulsività. "L’impulsività, la sfiducia interpersonale e l'inadeguatezza aumentano durante tutta l'adolescenza, anche oltre i 18/20 anni. Le ragazze- chiarisce l'IdO- presentano punteggi leggermente più alti rispetto ai ragazzi per quanto riguarda il senso di inadeguatezza, mentre non ci sono differenze di genere per quanto riguarda l’impulsività. I maschi sono più diffidenti nei confronti delle relazioni. Al contrario di ciò che è diffuso nell'immaginario comune- rivela l'IdO- le ragazze al pari dei maschi sperimentano un’impulsività piuttosto elevata durante l'adolescenza che influenza la formazione della personalità". Oltre ai piu' noti disturbi come anoressia, bulimia, binge eating disorder (sindrome da alimentazione incontrollata), dismorfofobie (eccessiva preoccupazione per una parte del proprio corpo nonostante questa rientri nei canoni di normalità), ci sono altri comportamenti alimentari disfunzionali: ortoressia (progressiva rinuncia al cibo considerato poco salutare, selezionando gli alimenti che sono totalmente privi di grasso e che 'permetterebbero' di ottenere un fisico tonico) e drunkoressia (abitudine a non mangiare nulla durante tutto il giorno per poi buttarsi sull'alcol durante gli aperitivi. I cosiddetti happy hour).
NON SONO MALATTIE DELL'APPETITO – Questi disturbi "non devono essere considerati solo malattie dell'appetito- chiarisce l'IdO- attraverso il rapporto con il cibo negato, cercato e rifiutato, o ingerito in quantità smodata, spesso si esprimono in modi diversi disagi emotivi e psicologici profondi. La pratica clinica, che ci pone in contatto con migliaia di bambini e adolescenti, ci mostra come le abitudini alimentari siano spesso indice di un profondo disagio emotivo e relazionale. Interventi mirati che coinvolgano questi aspetti – conclude l'Istituto di Ortofonologia- si sono dimostrati efficaci per migliorare sia il livello di consapevolezza che i reali comportamenti di bambini e adolescenti rispetto all'alimentazione". Nella fascia d’età tra i 12 e i 18 anni, "quando non solo il cibo, ma soprattutto il corpo sono al centro dell'attenzione del preadolescente e dell'adolescente, ancora più fondamentale è il lavoro sul piano emotivo-relazionale".