Salute
Pazienti con diabete, in Campania e Molise allarme per il FGM: Zinzi interroga il ministro
Di Alessandro Caruso
Il diabete è una malattia di cui tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta nella nostra vita, o con cui addirittura siamo entrati in contatto perché un nostro familiare o amico ne soffre.Il diabete, infatti, è una patologia che colpisce ben 536 milioni di persone in tutto il mondo. Solo nel 1980 questo numero era fermo a 108 milioni.
Vaa specificato, inoltre, che la maggior parte delle diagnosi è “diabete di tipo 2”, mentre è solo residuale quelli di “tipo 1”. La differenza tra le due tipologie è sostanziale, così com’è sostanziale la differenza di trattamento della patologia in un caso e nell’altro. In entrambi i casi c’entra l’insulina, l’ormone che permette al glucosio di essere assimilato dall’organismo e, quindi, di utilizzarlo come fonte di energia. Il pancreas dei pazienti con diabete di tipo 1, o diabete infantile, non producono insulina, con la conseguente necessità di iniettarla esternamente. Nel diabete di tipo 2, che è il più comune, le persone che ne sono affette sono in grado di produrre insulina, ma le loro cellule non riescono a utilizzarla.
Nella classifica dell’incidenza del diabete in Europa, che vede ai primi posti paesi come Portogallo, Serbia, Malta e Turchia, l’Italia si posiziona al 22esimo posto, quindi oltre la seconda metà della graduatoria. Da noi, infatti, secondo i dati Istat del 2022, soffre di diabete il 5,9% della popolazione. Per la quasi totalità si tratta di pazienti con diabete di tipo 2, mentre coloro che soffrono di diabete di tipo 1 sono lo 0,6% dei diagnosticati. Se andiamo a fare un ulteriore zoom sul nostro paese, si scopre che la Campania è una delle regioni in Italia con il più alto tasso di incidenza del diabete, con il 7,9%, superiore quindi, e non di poco, alla media nazionale.
Come tratteggiato prima, il meccanismo con cui il corpo estrae energia dal glucosio non funziona a dovere e costringe i pazienti al necessario utilizzo di sistemi sia di monitoraggio del livello di glucosio nel sangue per avere ben chiaro quando devono iniettarsi l’insulina. Proprio la Campania è stata una delle prime Regioni italiane ad avvalersi, nel 2017, del “Flash Glucose Monitoring”, un sistema innovativo di monitoraggio della glicemia senza la necessità di pungere le dita. Si tratta di un cerotto digitale, provvisto di un sensore sottocutaneo, che si applica sulla parte posteriore del braccio e che consente di verificare la glicemia in qualsiasi momento della giornata semplicemente avvicinando il lettore (anche uno smartphone) al sensore. I risultati possono essere letti dal paziente e condivisi con il medico in qualsiasi momento. Un metodo che ha permesso un sostanziale miglioramento della qualità della vita del paziente affetto da diabete, perché grazie a questo sistema, infatti, oggi è in grado non solo di gestire meglio la malattia, ma anche ridurre le complicanze a breve e a lungo termine.
Non solo. Un progetto di ricerca condotto da Vihtali – Value in Health Technology and Academy for Leadership and Innovation ha valutato l’impatto dei sistemi FGM dal punto di vista dell’allocazione delle risorse del Servizio sanitario nazionale, evidenziando un potenziale risparmio associato al loro utilizzo pari a circa il 23 per cento della spesa media annua per paziente diabetico. Insomma, parliamo di un innovativo sistema di monitoraggio dello stato glicemico riconosciuto come virtuoso da tutti, medici, sistema sanitario e, soprattutto, pazienti.
Tuttavia, l’accessibilità ai presidi che si avvalgono del sistema FGM potrebbe adesso subire una compromissione qualitativa ed economica in Campania e anche in Molise, perché il 16 marzo 2022 la centrale acquisti So.Re.Sa Spa ha indetto una procedura aperta per la fornitura di sistemi di monitoraggio FGM per le aziende sanitarie delle due regioni, che si sarebbe conclusa con l’aggiudicazione della commessa in favore di un’azienda diversa dall’attuale fornitrice, il cui prodotto non sarebbe sovrapponibile a quello attualmente utilizzato da 20 mila pazienti campani.
Un esito che ha provocato indignazione tra le associazioni di pazienti e che è diventato oggetto anche di una interrogazione parlamentare al ministro della Salute da parte del deputato campano della Lega Gianpiero Zinzi. Secondo quanto emerge dall’interrogazione, questo nuovo prodotto non risponderebbe neanche alle specifiche tecniche definite dal capitolato di gara e non sarebbe stato ammesso, proprio per questi motivi di carattere clinico e tecnico, alle analoghe procedure avviate in altre regioni italiane; anche perché il suo utilizzo comporta l’acquisto aggiuntivo di strisce per il monitoraggio della glicemia, non potendo da solo fornire corrette indicazioni terapeutiche.
Anche la presidente del Coordinamento delle associazioni di pazienti diabetici della regione Campania, Fabiana Anastasio, ha lanciato l’allarme: «Con i presidi che da questo momento in poi verranno distribuiti non sarà possibile prendere decisioni terapeutiche cioè stabilire quanta insulina assumere senza riscontro capillare, senza fare cioè la tradizionale puntura delle dita […], sono sorpresa e preoccupata – ha concluso – per le conseguenze che potrebbero ricadere sulla salute di una gran fetta dei 410.000 pazienti diabetici della regione Campania». L’onorevole Zinzi chiede quindi al ministro quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di promuovere, d’intesa con le regioni, una maggiore uniformità nell’accesso ai sistemi FGM, tenuto conto del loro valore essenziale per la gestione terapeutica e per la tutela del diritto alla salute dei pazienti diabetici.
Nel frattempo interrogazioni simili sono state presentate anche al governatore della Campania Vincenzo De Luca. La situazione sta generando allarme sociale nelle due regioni per centinaia di migliaia di pazienti. Soprattutto in Campania, l’attenzione sull’assistenza e sugli strumenti atti a sostenere le persone con diabete dev’essere alta. Infatti, non solo il tasso d’incidenza è superiore di due punti percentuali rispetto alla media nazionale, ma anche la mortalità si attesta su livelli decisamente preoccupanti. Questi, secondo dati Istat elaborati dall’Health City Institute, sono i più alti a livello italiano facendo registrare 5,3 decessi per 10.000 abitanti. Numeri che devono indurre a un’attenta riflessione autorità locali e nazionali, e a un discorso intorno alle politiche sanitarie e – agli strumenti di cui devono dotarsi – che tenga al centro il benessere dei cittadini.