Salute

Covid19: i nodi da sciogliere sul trasporto vaccini

01
Dicembre 2020
Di Flavia Iannilli

I dati necessari a far funzionare al meglio il trasferimento dei vaccini ancora non sono stati resi noti agli stakeholder che si dovrebbero occupare del trasporto. Questo è quanto emerso dall’audizione informale avvenuta presso la Commissione di competenza della Camera, in cui si è affrontato il tema della dislocazione dei vaccini anti Covid-19.

Premettendo un coinvolgimento visto come una grande occasione per stare al servizio dei cittadini e per essere di aiuto alla collettività, ha preso la parola la Dottoressa Valentina Lener, Presidente Assaeroporti spiegando: “Abbiamo aperto un tavolo che per ora è formato solo da stakeholder ma ci auspichiamo che possa comprendere le istituzioni di riferimento, le regioni ed i soggetti interessati come i leader di distribuzione dei vaccini”. L’Associazione Italiana dei Gestori Aeroportuali ha lavorato per raggiungere le possibili criticità della fase di distribuzione, senza tralasciare un approfondimento relativo alle disponibilità di stoccaggio presso gli aeroporti italiani.

Con un quadro complessivo alla mano sono risultati necessari gli elementi di conoscenza del prodotto di trasporto che non sono stati resi noti. È chiaro che senza determinate consapevolezze la filiera non può progettare una funzionalità adeguata al progetto. Per questo l’Associazione ha potuto ampliare le capacità di conservazione comprendendo quali fossero le disponibilità esistenti. È stata effettuata una distinzione delle aree di stoccaggio per tipologia di merci proseguendo per temperatura di conservazione, ma senza avere contezza di numeri, volumi, tempi di trasporto e modalità di contenimento dei vaccini.

“Noi abbiamo bisogno di ricevere delle informazioni di base che servono per programmare con precisione gli eventuali scenari”, questo l’appello da parte della Lener che ha fatto emergere la disponibilità da parte dei gestori, contattati da Assaeroporti, ad ampliare le metrature di conservazione dei loro scali. Ma la problematica è un difetto riscontrato nell’avvio dell’interlocuzione tra istituzioni e stakeholder che devono confrontarsi in modo collaborativo.

Proprio sulla base di questo spirito la rappresentante di Assaeroporti ha definito essenziale un dialogo per portare alla luce delle tematiche che sono già state affrontate, dall’Associazione in primis, come “criticità derivanti dalle pratiche doganali, avviamento di interlocuzioni con gli operatori, intoppi con uffici sanitari in ambito aeroportuale”.

L’assicurazione della consegna è affidata, non solo agli aeroporti, ma a tutto il sistema trasportistico e logistico. Per questo motivo è stato ascoltato Stefano Corsini, Presidente dell’autorità del sistema portuale del mar tirreno settentrionale, rappresentante di Assoporti: “I porti hanno molte disponibilità nell’ambito della catena del freddo, effettuando una ricognizione presso le autorità di sistema possiamo sostenere che c’è molta disponibilità”.

Corsini fa riferimento soprattutto al vaccino della Pfizer che deve essere conservato a -80° C. Fortunatamente la maggior parte dei prodotti non hanno queste prerogative di conservazione, per questo motivo sarà possibile utilizzare i mezzi a disposizione, in questo modo “aeroporti e porti potranno funzionare come centri di smistamento”. Per esemplificare questo procedimento è stata fatta menzione del porto di Trieste, che ha un punto franco tale per cui il materiale conservato può rimanere senza procedure doganali per un tempo indefinito e quindi può fare da centro di stoccaggio a lungo termine e servire un’area definita. Anche Livorno ha una piattaforma logistica ideale per la distribuzione, così come il porto Ravenna che è in contatto con Logipark, magazzino doganale, che ha capacità importanti.

In attesa di come verrà distribuito il carico l’Onorevole Rixi (LN) tranquillizza sul tema delle celle frigorifere, poiché, a quanto pare, il vaccino “dovrebbe essere rilasciato con stecche di ghiaccio secco” un fattore che cambierebbe il quadro della situazione. È necessario un chiarimento dal Commissario Arcuri che deve ancora dialogare con la Commissione Trasporti soprattutto perché si tratta di due settori che stanno soffrendo la pandemia in maniera significativa, nello specifico della cassa integrazione (particolare per gli aeroporti) e del ristoro per gli operatori (per i porti).

Una rassicurazione da parte di un membro della Commissione è sicuramente piacevole, ma rimane l’interrogativo. La sicurezza della necessità del trasporto aereo rimane, ma nessuno ha smentito la possibilità di un trasferimento su gomma. Inoltre bisogna calcolar che le aree cargo sono comunque occupate dal transito di merci ordinarie, quindi per quanto rassicuri la necessità di non dover monitorare le aree di stoccaggio refrigerate, si dovrà pensare di smistare le merci in maniera differente.

Per quanto si possano prevedere tutti gli scenari possibili, la certezza è che bisogna facilitare l’integrazione tra i nodi di interscambio e, citando Corsini, “è necessario far riferimento ad un progetto sviluppato che deve trovare la sintesi in relazione alle modalità di trasporto, alle aree di provenienza e alle capacità del nostro sistema integrante di far fronte nel minor tempo possibile”.

Photo Credits: Ohga!

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