Salute
Carenza sangue, la campagna di donazione organizzata dai tassisti romani
Di Giulia Borderi
Secondo quanto affermato dal Centro Nazionale Sangue (CNS), in Italia solo il 2,7% della popolazione dona il sangue. Un dato alquanto allarmante che, complice il progressivo invecchiamento della popolazione donatrice e la costante carenza di personale sanitario nei centri di raccolta, è difficile da contrastare. Eppure il Programma di Autosufficienza Nazionale per il sangue e i suoi prodotti per l’anno 2023, conferma il raggiungimento dell’autosufficienza in materia di sangue con un indice di produzione di circa 42 unità per 1.000 abitanti contro le 40 di soglia. Una situazione di apparente sicurezza non esente però da criticità e distorsioni territoriali con regioni più virtuose, quali Friuli Venezia Giulia, Marche ed Emilia Romagna e regioni sotto quota, come nel caso di Campania, Lazio e Calabria: in altre parole un’Italia a due velocità.
Se sul fronte sangue il Bel Paese è comunque riuscito a svincolarsi delle importazioni estere, permane il problema sul fronte plasma per il quale lo scenario non è certo incoraggiante. Il CNS registra si un aumento del 4,3% della raccolta rispetto lo scorso anno, ma siamo ancora lontani dall’autosufficienza in materia di medicinali plasmaderivati. Il plasma, la parte liquida del sangue, è ricca di acqua, sali minerali, proteine, fattori della coagulazione e immunoglobuline ed è impiegato nella produzione di medicinali per la cura di diverse patologie croniche anche rare. Molti disordini genetici e immunodeficienze primitive possono essere infatti trattati esclusivamente attraverso la somministrazione di plasma o di farmaci da esso ricavati e considerati per questo dei salvavita. Il plasma inoltre non può essere prodotto artificialmente per sintesi chimica, ma reperito solo attraverso la generosità dei donatori.
La carenza di plasma ci costringe ad acquistare all’estero sul mercato internazionale i farmaci plasmaderivati, un spesa non indifferente per il SSN. Nel Programma prima citato si stima un costo di 180 milioni di euro per soddisfare il 90% della domanda totale dei soli medicinali plasmaderivati driver, albumina e immunoglobuline.
Inoltre il reperimento non è sempre garantito. Gli anni pandemici hanno mostrato l’inaffidabilità delle importazioni estere con forti ripercussioni sulla continuità terapeutica per i migliaia di pazienti in cura con farmaci plasmaderivati.
Nonostante gli incrementi registrati sia sulla raccolta di sangue che di plasma, è sempre utile e necessario promuovere, attraverso mirate campagne di sensibilizzazione, la donazione: un gesto nobile, responsabile, sicuro e indolore. Sensibile sul tema e, da anni impegnato in attività di raccolta, è il Gruppo Donatori Sangue del 3570, la più grande cooperativa taxi d’Europa, facente parte del Consorzio itTaxi che conta una flotta di oltre 12mila autovetture. I guidatori delle auto bianche romane hanno offerto anche quest’anno il loro contributo in favore dell’Ospedale Bambin Gesù, eccellenza pediatrica del Paese. I tassisti romani si sono dati appuntamento presso la storica sede della Cooperativa RadioTaxi 3570, in via di Via Casal Lumbroso dove ad attenderli c’era il centro mobile prelievi della struttura ospedaliera.
Loreno Bittarelli, Presidente del 3570 e di itTaxi, ha detto: “Grazie all’adesione di oltre 700 colleghi, sono state raccolte ben 103 sacche di sangue. Siamo il gruppo più medagliato del Bambino Gesù, con 2 ori, 21 argenti e 68 bronzi. Questi, per noi, sono i risultati di cui andare veramente orgogliosi.”