Salute

Cancro, troppi ritardi diagnostici, ma l’innovazione dona speranze

04
Febbraio 2022
Di Alessandro Caruso

«Un milione di casi di cancro non sono stati diagnosticati  in Europa durante la pandemia e cento milioni sono i test di screening mancati. Il tumore è la seconda causa di morte nel continente, è una battaglia che dobbiamo vincere», a dirlo è stata oggi Annamaria Parente, presidente della commissione Igiene e sanità del Senato, citando un rapporto del Parlamento europeo, nella giornata mondiale contro il cancro. Il problema è molto serio e anche in Italia ha avuto, regione per regione, le sue conseguenze. 

Il professor Carmine Pinto, presidente del Ficog (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups), lo conferma: «Il Covid ha causato un ritardo di 3/4 mesi nelle diagnosi, che si è ripercosso sulle procedure chirurgiche. Quello che non si è bloccato è la terapia medica, chi non era legato alle sale operatorie». 

I FARMACI INNOVATIVI PER LA CURA DEL CANCRO
Quello che sta funzionando nella lotta contro il cancro in Italia è l’utilizzo dei farmaci innovativi. Il professor Pinto è tra i principali fautori dell’istituzione del Fondo per i farmaci innovativi, che agevola e supporta l’acquisto da parte delle Regioni di tali farmaci, molti dei quali estremamente utili nel contrasto delle patologie oncologiche. Nell’accesso alle terapie innovative l’Italia è uno dei primi paesi in Europa, non a caso nella legge di bilancio si è deciso di rinforzare gli investimenti nel Fondo nei prossimi tre anni. «I farmaci di ultima generazione stanno cambiando in maniera sostanziale la cura dei pazienti con cancro – ammette Pinto al The Watcher Post – basti pensare al melanoma o al cancro al polmone, i cui pazienti hanno visto cambiare radicalmente le prospettive di sopravvivenza». D’accordo con lui anche Lorenzo Latella, oncologo e presidente di Cittadinanzattiva Campania: «Sono farmaci che fanno differenza nella cura ma soprattutto nella qualità di vita dei pazienti. Ci aiutano a scardinare i dati che ci vedono fanalino di coda nella qualità di vita per patologia». 

IL FONDO, COME FUNZIONA E CRITICITÀ
Il Fondo consente alle Regioni di poter ottenere il rimborso della spesa sostenuta per i farmaci innovativi oncologici e non oncologici. Per poterli poi rendere disponibili alle strutture ospedaliere in base alla domanda. Un sistema che finora ha dato ottimi risultati, sebbene quando è stato istituito si trattasse di una soluzione ponte verso una riforma strutturale del sistema di finanziamento della sanità. Un obiettivo su cui l’Italia è ancora in ritardo: «Il Covid ci ha insegnato che investire in sanità rappresenta un vantaggio per tutta la società – spiega Pinto – è necessario riformare il finanziamento della spesa sanitaria, i rimborsi e il controllo della gestione dei farmaci. L’importante non è pensare al costo del farmaco, ma a quello della patologia. Se somministriamo un farmaco che evita complicanze avremo meno ricoveri e, di conseguenza, un minore impatto sociale ed economico delle malattie». 

Il primo obiettivo su cui medici e associazioni si stanno impegnando è la definizione del criterio di innovatività. Attualmente infatti i farmaci innovativi sono riconosciuti tali per tre anni, che equivale all’arco temporale in cui possono rientrare nel Fondo, scaduti i quali cessano di essere considerati innovativi. Ma tale requisito necessita di essere rivisto: «Vogliamo fare in modo che questi farmaci continuino ad essere innovativi fino a che non vengono sostituiti da farmaci “più innovativi”, un passaggio che può richiedere anche più di tre anni. l farmaco esistente deve rimanere in un ambito di innovatività perché questo garantisce al paziente un percorso di cura adeguato con tempistiche stringenti e una qualità di vita maggiore». Spiega Latella. 

Sulla riforma strutturale, conclude «stiamo facendo passi aventi. Sono fiducioso che nel 2022 potremo arrivare alla soluzione delle criticità della normativa, legate a una riorganizzazione generale». 

«Dobbiamo migliorare per semplificare tutto il percorso di cura del paziente – ha concluso – garantendo, attraverso un sistema integrato, l’accesso ai farmaci innovativi in tempi rapidi e certi, partendo sempre da un percorso di prevenzione. Siamo stati tra i primi paesi ad aver capito che era necessario istituire dei Fondi dedicati per i farmaci innovativi, non perdiamo questa esperienza facendo uscire da questa categoria farmaci che invece ancora sono fondamentali».