Politica

Ucraina, Draghi alla Camera: «L’Italia lavora alla pace». L’informativa (INTEGRALE)

19
Maggio 2022
Di Giampiero Cinelli

Mario Draghi questa mattina ha riferito alla Camera sulla guerra in Ucraina, spiegando la situazione sul campo e le politiche messe in campo dal governo. Inizialmente il focus è andato sulle dinamiche militari, dalle quali si evince che i russi stanno ora concentrando la loro offensiva nel sudovest del Paese, consolidando le posizioni in Donbass. Kherson è prossima all’annessione, la popolazione usa già il rublo e la città è collegata telematicamente al circuito monetario di Mosca. Intanto l’Ambasciata a Kiev ha ripreso le sue attività.

LE ARMI, IL CESSATE IL FUOCO E L’ACCOGLIENZA

Confermando l’impegno nell’invio di armi, Mario Draghi ha sottolineato che il Paese è favorevole a un cessate il fuoco. «Ma la pace dovrà essere quella che vogliono gli Ucraini. Reputo il colloquio telefonico tra il Capo del Pentagono e il ministro della Difesa russo un segnale molto incoraggiante. Uno dei primi. Contestualmente c’è l’impegno umanitario. Fin ora sono stati accolti in Italia 116.000 ucraini, tra donne bambini e anziani. Sono invece 22.792 gli studenti ora nelle nostre scuole».

LE AZIONI DELL’ESERCITO ITALIANO

L’esercito italiano non starà a guardare. Dispone già di 2.500 unità al confine con l’Ucraina in Ungheria e Bulgaria e aumenterà di 1000 unità il contingente, aiutando la Romania nelle attività di sminamento marittimo nel Mar Nero e la Slovacchia nella difesa antiaerea. Draghi ha auspicato poi la formazione di un esercito europeo.

LE SANZIONI ALLA RUSSIA

«Le sanzioni sono fondamentali proprio per portare la Russia al tavolo dei negoziati – ha detto il presidente del Consiglio – e sebbene a marzo l’import di energia sia stato molto consistente, prevediamo che l’impatto delle misure sarà chiaro a breve. Secondo le stime del Fmi il Pil russo calerà dell’8%, l’inflazione andrà al 21%. Il governo russo ha già alzato i tassi di interesse al 14% e la Borsa ha perso un terzo del valore. Avremo successo nel contrasto con provvedimenti più mirati sull’energia e sulla finanza».

LA CRISI ALIMENTARE E ENERGETICA

Draghi ha espresso sincera preoccupazione per i problemi alimentari causati dalla guerra. La Russia e l’Ucraina sono i principali produttori di grano al mondo: «Ci sono milioni di tonnellate di grano bloccate nei porti ucraini, navi fermate nel mare di Azov e nel Mar Nero che vanno fatte partire. Questo può creare grandi rischi di scarsità nei paesi meno sviluppati», ha rimarcato. Dunque il passaggio sulle politiche energetiche. Draghi ha ricordato che i costi dell’energia erano già alti prima della guerra. Ora l’incertezza cresce. Necessario quindi sanare gli squilibri del mercato. L’Italia stanzierà solo per quest’anno 30 miliardi per supportare le fasce sociali e le imprese più soggette allo shock energetico. Obiettivo principale è rimuovere le barriere burocratiche alle autorizzazioni sulla produzione di rinnovabili. Il premier ha fatto riferimento al processo di sgancio dal gas russo, parlando dell’accordo con l’Algeria, per produzioni a basso impatto che vanno favorite anche nei paesi da cui l’Italia acquista l’energia. «Nel secondo semestre del 2024 contiamo di essere totalmente indipendenti da Mosca». Anche perché il conflitto può portare danneggiamenti o fermi dei gasdotti, come già successo a danno di altre nazioni.

LA NATO

Il leader dell’esecutivo ha ricordato la piena solidarietà alla volontà di Svezia e Finlandia di entrare nella Nato, espressa nell’incontro avuto con la premier finlandese Sanna Marin e ha comunicato che a fine giugno ci sarà un Consiglio europeo per discutere l’entrata dell’Ucraina nella Nato. Mentre a luglio, ad Ankara, Draghi si confronterà con Erdogan rispetto alla traiettoria che la Nato può prendere, anche in relazione agli altri contesti internazionali in cui Italia e Turchia sono coinvolte. Mario Draghi si è augurato una grande conferenza internazionale per ridiscutere i nuovi equilibri globali, che vanno orientati alla concordia. «Sullo spirito degli accordi di Helsinki del 1975».

L’Informativa integrale