Politica

Twitter non è la realtà 

01
Agosto 2022
Di Daniele Capezzone

Tra le molte e curiose schizofrenie del nostro dibattito pubblico, ce n’è una che – in volata, sul rettilineo finale – tende a correre più veloce delle altre: da una parte, ripetiamo come un mantra che occorre restare attaccati alla realtà, alla vita vera, alle persone comuni; dall’altra, però, finiamo per modellare la nostra “dieta mediatica” sulle tendenze di giornata di Twitter e sugli umori che registriamo in quel “salotto”. 

Errore clamoroso, e non tanto perché si rischia di cadere vittima delle famigerate “echo chambers”: seguo quelli che la pensano come me (e viceversa), e dunque tendiamo a confortarci nelle nostre già consolidate convinzioni, in una sorta di perpetuo training autogeno. Sì, certo, può capitare anche questo: ma in fondo si tratta di una “deriva” di cui siamo tutti un po’ consapevoli, e rispetto alla quale siamo dunque minimamente immunizzati. 

Il rischio più grosso è un altro e più di fondo. Al di là del merito delle posizioni su un certo argomento (chi la pensa in un modo, chi in un altro, con relative “camere dell’eco” e “circoli di amichetti”), il problema sta nel fatto di ritenere che quell’argomento sia veramente il focus dell’interesse pubblico. 

Mi spiego con un esempio. Mentre consegno queste righe, si ignora la sorte elettorale delle forze centriste: alla fine faranno corsa autonoma o si alleeranno in qualche modo con il centrosinistra? Ecco: comunque la si pensi nel merito, siamo proprio sicuri del fatto che questo tema, così “exciting” per la “bolla” politica e mediatica, lo sia altrettanto per la common people?

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