Il tavolo delle trattative per la pacificazione dell’Ucraina si prepara tra tensioni e divergenze. Questa settimana il presidente americano Trump e quello ucraino Zelensky si sono scambiati dichiarazioni al veleno, che denotano il clima di forte contrapposizione in cui si stanno preparando le premesse per un processo di risoluzione del conflitto, che si promette lungo e non privo di colpi di scena. Da un lato Trump ha definito Zelensky un “dittatore senza elezioni”, accusandolo di voler prolungare il conflitto per un accreditamento politico personale e di aver avviato la guerra contro la Russia. In risposta, Zelensky ha criticato gli Stati Uniti per aver facilitato le trattative con la Russia, accusando Trump di essere influenzato dalla disinformazione di Mosca. Una cosa è però certa: Kiev vuole garanzie di sicurezza affidabili per accettare di porre fine al conflitto.
Nonostante le tensioni, Zelensky ha incontrato l’inviato speciale di Trump, Keith Kellogg, dichiarando che l’Ucraina sia pronta a negoziare un accordo, mentre l’amministrazione Trump ha proposto un deal economico “migliorato” per la gestione delle risorse minerarie rare dell’Ucraina.
Intanto a Francoforte la BCE ha ridotto i tassi di interesse di riferimento di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,75%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,90% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 3,15%. Nonostante l’inflazione elevata, gli esperti prevedono ulteriori riduzioni dei tassi nel 2025, con la BCE che potrebbe effettuare solo due ulteriori tagli dei tassi quest’anno.
In Italia negli ultimi giorni ha certamente fatto discutere la vicenda del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, che è stato condannato a otto mesi di reclusione per rivelazione di segreto d’ufficio nel caso Cospito. La condanna riguarda la diffusione di atti riservati con l’intento di colpire parlamentari dell’opposizione. Tuttavia Delmastro ha dichiarato di non avere intenzione di dimettersi, definendo la sentenza “politica”. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso sconcerto per la sentenza, ma ha confermato la fiducia al sottosegretario. La querelle ha avuto un evidente contraccolpo politico, perché ha riunito le opposizioni nella richiesta di dimissioni e sta creando imbarazzo nella maggioranza. Una maggioranza adesso “disturbata” dai coinvolgimenti giudiziari di alcuni esponenti di spicco e che a breve potrebbe essere chiamata a esprimere un orientamento più chiaro e deciso sul tema.
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