L’Aula del Senato ha approvato ieri, giovedì 11 luglio, in seconda deliberazione, il ddl costituzionale recante la riduzione del numero dei parlamentari. Il provvedimento, atteso adesso alla Camera per la seconda deliberazione, prevede un taglio dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200, fissando inoltre a 5 il numero massimo dei senatori a vita. Qualora dovesse essere approvato in via definitiva, il disegno di legge avrà decorrenza dal primo scioglimento delle Camere o dalla prima cessione di legislatura. La riduzione è pari complessivamente al 36,5% per ogni ramo del Parlamento, vedendo una conseguente riduzione del numero minimo regionale che passa (in media) da 7 a 3. Tali modifiche, oltre ad avere effetti sulla legislazione elettorale e sul numero di rappresentanti in Parlamento rispetto al numero della popolazione, vedrà anche delle ripercussioni sull’organizzazione interna delle Camere. Un esempio è il numero di componenti delle Commissioni permanenti, oppure, nella definizione delle nuove maggioranze per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Subito dopo il voto in Senato, il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia, Riccardo Fraccaro ha dichiarato: “Il via libera del Senato alla riduzione del numero di deputati e senatori è il penultimo voto per l'approvazione definitiva di una riforma epocale. Manca solo un passo e il taglio di 345 parlamentari sarà realtà. È un buon giorno per l'Italia. (…) Sono orgoglioso dei nostri senatori – prosegue il ministro – Palazzo Madama ha dato per la seconda e ultima volta il suo voto favorevole al taglio dei parlamentari e ora cede il testimone alla Camera per l'approvazione finale. Oggi i nostri parlamentari dimostrano, con i fatti e non con le parole, di mettere gli interessi dei cittadini davanti alle poltrone. Pd e Forza Italia hanno provato a fermare il cambiamento, votando contro la riforma. E dire che in passato queste forze politiche si erano espresse a favore del taglio del numero dei parlamentari. Oggi ha vinto la coerenza e la determinazione della maggioranza, la nostra voglia di metterci al servizio dei cittadini, un nuovo modo di concepire la politica”.
Positiva anche la Ministra per il Sud, Barbara Lezzi che ha affermato: “A ogni legislatura risparmieremo circa mezzo miliardo di euro, con i quali potremo restituire qualche servizio in più ai cittadini. Abbiamo reso più snelle le procedure, più snello il Parlamento, e restituito dignità alla politica che finalmente si mette un po' le mani in tasca”.
Negativo il fronte opposizioni, con la capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, che ha affermato: “Il voto del Senato sulla riduzione dei parlamentari un grande spot per la narrazione grillina ma avrà conseguenze devastanti, sommato all'introduzione del referendum propositivo, sulla democrazia rappresentativa. Bisogna essere chiari: Forza Italia è da sempre favorevole alla riduzione, e lo aveva già fatto con la riforma del 2005, ma il taglio concepito dalla legge costituzionale di questa maggioranza è solo una mannaia sul rapporto tra parlamentari e territori e, soprattutto, alzerà così tanto la soglia di sbarramento da impedire una reale rappresentanza democratica in molte regioni”.
Fabiana Nacci