Politica

Superbonus, la tegola ancora pende su condomini e imprese

15
Dicembre 2023
Di Giampiero Cinelli

La faccenda del Superbonus sarà anche costosa, ma il non risolverla rischia di generare conseguenze sociali da non sottovalutare. Si stimano in 36.000 i condomini che potrebbero non riuscire a completare i lavori per una cifra complessiva di 13 miliardi di euro. E non soltanto si parla di residenti che dovrebbero addossarsi spese edilizie importanti (che dal 2024 sono scontate al 70%, poi al 65% dal 2025), ma anche di imprese di costruttori – circa 25.000 secondo Ance – che non potendo più usufruire della cessione del credito (preso dal cliente e portato in banca per ricevere liquidità) o non potendo più applicare lo sconto in fattura (sempre attraverso la cessione del credito) rischiano di chiudere o di avere perdite economiche ingenti a causa di investimenti senza ritorno.

Tempi stretti

Nonostante lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura, in alcuni casi, specie per i condomini, queste possibilità sono state mantenute in deroga. Tuttavia vengono ottenute attraverso la presentazione di due “Sal” intermedi, l’acronimo Sal che sta per “Stato Avanzamento Lavori”. Il bonus si applica però sulle cifre inerenti ai singoli Sal, fino ad arrivare al 110%. Ma può capitare che il rimborso si fermi al 100% o al 90% in base alle tempistiche dei lavori e alla percentuale di avanzamento, e comunque tali opzioni scadono il 31 dicembre 2023.

Le possibili soluzioni

Ecco perché in questi giorni si parla molto di una proroga del Superbonus, caldeggiata da Forza Italia, che ha lavorato su un emendamento che sposta al 12 gennaio 2024 il termine per la presentazione delle fatture relative al 2023 e concede un “Sal straordinario”, cioè un modo per accorpare e saldare tutti i lavori ammessi al Superbonus. Il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha escluso categoricamente che l’emendamento possa essere inserito in manovra, che arriva in Aula il 18 dicembre. Dunque la questione dovrebbe essere affrontata nel consueto decreto Milleproroghe di fine anno, previsto in aula per il 28 dicembre.

Di cosa necessitano i privati

Gli addetti ai lavori comunque non chiedono esplicitamente che il Superbonus venga prorogato, bensì che in ogni caso si possano garantire i crediti alle imprese che hanno iniziato i lavori, oltre a far valere i benefici che spettavano ai condomini, anche qualora la misura avesse cessato di esistere. Questa è la grande incognita, nonché la tagliola che può incombere sull’economia italiana. Si era infatti parlato di riaprire all’accettazione dei crediti da parte di player solidi come Cassa Depositi e Prestiti e Poste, e ci sono istituti di credito sistemici che hanno deciso di fare la loro parte. In questi giorni infatti Intesa Sanpaolo ha reso nota la sua disponibilità a farsi cessionaria dei crediti d’imposta. L’accordo è bilaterale e riguarderà circa 500 famiglie rappresentate dall’Associazione “Esodati del Superbonus”. L’operazione varrà complessivamente 80 milioni di euro, ogni beneficiario avrà una cifra massima di cessione, in modo che somme maggiori non avvantaggino alcuni soggetti tagliando fuori gli altri, il tutto con alla base una valutazione di fattibilità.

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