Politica

Sisma 2016: al via intesa Lollobrigida-Castelli per il rilancio dell’area 

06
Agosto 2024
Di Ilaria Donatio

È stato siglato un Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e Forestale e la Struttura Commissariale sisma 2016, per valorizzare il rilancio economico e sociale dell’area del cratere Sisma 20016 attraverso lo sviluppo di attività agro-silvo-pastorali. I contenuti dell’intesa sono stati resi resi pubblici ieri, durante una conferenza stampa, dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e dal Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli, a cui hanno partecipato anche il Sottosegretario al Masaf Patrizio Giacomo La Pietra, il Questore della Camera Paolo Trancassini, i Presidenti della Regione Umbria, Donatella Tesei e della Regione Marche Francesco Acquaroli e l’Assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio Manuela Rinaldi.

Le misure del Protocollo
Dunque, a partire da questa intesa, il Ministero dell’Agricoltura e il Commissario straordinario – sulla base delle rispettive competenze istituzionali – potranno costituire e promuovere incontri e forme di partecipazione con gli enti, le comunità locali e le imprese, allo scopo di valorizzare le caratteristiche e le potenzialità  di un’area che si estende all’interno degli 8 mila chilometri quadrati del cratere sisma 2016, compreso tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Territorio idoneo, come individuato dal Masaf, dove applicare misure di integrazione uomo-natura, attraverso iniziative volte a rendere economicamente e socialmente conveniente tornare a utilizzare le risorse in forma produttiva, e non più solo assistenzialistica. Come? Attraverso la sperimentazione di misure specifiche utili anche per aggiornare e integrare la PAC per il territorio italiano.

L’obiettivo dell’intesa
Promuovere processi di valorizzazione delle caratteristiche agro-silvo-pastorali dei territori dell’Appennino centrale al fine di evidenziare le potenzialità, in termini di contrasto allo spopolamento, adattamento ai cambiamenti climatici, conservazione della biodiversità, innovazione e promozione delle produzioni e della qualità dell’abitare: questo l’obiettivo dichiarato dell’intesa appena siglata.

A tale scopo, si legge, “sarà utile informare, accompagnare e sostenere le amministrazioni locali, i cittadini, le imprese e tutti gli stakeholder del cratere sisma 2016 nel processo di sviluppo di attività economiche e di filiere legate a questo settore, con particolare attenzione alle giovani generazioni e al mondo dell’istruzione”. 

Il “Laboratorio Appennino”: cos’è e quando nasce
Il Laboratorio Appennino centrale è un modello di sviluppo sostenibile riconosciuto a livello internazionale, fondato sull’equilibrio tra uomo e natura, che si sta sviluppando nei territori colpiti dal sisma del 2016. Questo modello si fonda su una strategia, attuata attraverso una governance multilivello, che prevede da un lato la realizzazione della ricostruzione materiale attraverso il ricorso a tecnologie e modalità innovative e dall’altro, la riparazione economica e sociale delle comunità del cratere. 

Entrambe le funzioni sono state affidate dal Governo Meloni al Commissario Straordinario al sisma 2016 con l’obiettivo ultimo di ricreare quelle condizioni di vita che consentano di contrastare il fenomeno dello spopolamento, di cui questa vasta area interna soffre da lungo tempo, e di mitigare gli effetti causati dai cambiamenti climatici sul territorio.

Le sfide: ripopolamento e cambiamento climatico
“Ringrazio il senatore e Commissario Straordinario, Guido Castelli per aver dato slancio a molti interventi su quei territori che non possono aspettare un giorno di più”, ha detto il Ministro Francesco Lollobrigida.

Secondo Guido Castelli, “la sigla del Protocollo rappresenta l’ultimo tassello, in ordine di tempo, di quell’ampia, concreta, azione di sostegno che il Governo Meloni sta mettendo in campo per l’Appennino centrale e i suoi abitanti”. 

Il settore agroalimentare sta affrontando “sfide significative come l’aumento dei costi di produzione, delle tariffe energetiche e gli effetti dei cambiamenti climatici”. Tutte criticità che nell’Appennino centrale sono accentuate a causa del crescente spopolamento, accelerato dai terremoti degli ultimi anni. 

“Lo sviluppo del settore agro-silvo-pastorale, che qui rappresenta una tradizione millenaria”, ha concluso Castelli, “potrà contribuire a frenare l’abbandono del territorio che, senza il presidio dell’uomo, diventa più fragile dando luogo ad eventi climatici estremamente pericolosi e nocivi. In particolare, nel cratere 2016 è in atto una forte espansione di boschi non gestiti, che hanno raggiunto il 70% della superfice totale, con conseguenze negative per la biodiversità, il paesaggio e la sicurezza”. Il ruolo della Struttura Commissariale, tramite questo accordo con il Masaf, sarà complementare e sinergico con le competenze in materia delle quattro Regioni interessate.

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