Politica

La sicurezza non è solo di destra, il convegno del PD

10
Febbraio 2025
Di Giuliana Mastri

Un diverso modello di sicurezza, basato su prevenzione, investimenti sociali e ascolto del territorio. Questo il fulcro del convegno “Dagli stupri di Caivano alle molestie di Milano. Oltre la paura: uno sguardo differente sulla sicurezza”, organizzato al Senato dalla senatrice del PD Valeria Valente. Una giornata di confronto per proporre alternative alle risposte emergenziali e repressive spesso adottate nella gestione della sicurezza pubblica.

Il prefetto Franco Gabrielli ha evidenziato come il dibattito sulla sicurezza sia spesso inquinato da retoriche semplificatrici: «In questo tempo ci sono due mercati frequentati: uno della paura e uno delle risposte facili a problemi complessi. Tra queste, il blocco navale, i rimpatri, l’aumento delle pene come forma di deterrenza. La realtà è un po’ più complicata. In questa bulimia di paure e di slogan che colpiscono l’immaginario, poi c’è la realtà».

Gabrielli ha criticato misure come le “zone rosse” e l’impiego dei militari nelle città, ritenendole soluzioni illusorie che aumentano la percezione di insicurezza anziché ridurla. Ha inoltre sottolineato il vuoto istituzionale sulla gestione dell’immigrazione: «Il nostro paese ha vissuto questo tema sempre come un’emergenza. Da sottosegretario mi sono permesso di suggerire al presidente Draghi un ministero per le Politiche migratorie che tratti i flussi, i rimpatri e soprattutto l’integrazione. Chi governa questo fenomeno nel nostro Paese? Nessuno, e oggi ricade sui sindaci».

Il presidente dei senatori del PD, Francesco Boccia, ha ribadito come la sicurezza sia un tema che riguarda tutti e che debba essere affrontato con una visione ampia: «La sicurezza è un tema di sinistra, perché tocca le preoccupazioni, le ansie, le difficoltà dei cittadini, soprattutto dei più fragili, delle famiglie che abitano le periferie, che utilizzano i mezzi pubblici per andare a scuola o al lavoro. Parliamo di un bene comune che coinvolge la vita della gente in carne e ossa».

Boccia ha denunciato l’approccio della destra, incentrato solo sulla repressione, e ha proposto invece una politica integrata: «Mentre sulla sicurezza la destra continua a fare solo propaganda scaricando le responsabilità sugli enti locali e senza aumentare gli organici delle forze di polizia né migliorare le loro condizioni di lavoro rinnovando i contratti, noi dobbiamo impegnarci sempre di più a costruire una politica integrata che parli di conoscenza e controllo del territorio, rafforzamento dei presidi di sicurezza sociali, educativi, di cultura, accanto a politiche abitative, di inclusione e integrazione».

Anche la senatrice Valeria Valente ha sottolineato come il PD debba rispondere alle richieste di sicurezza dei cittadini con soluzioni concrete: «Se manca la sicurezza, le persone che pagano un prezzo più alto sono le più esposte, le più sole, le più vulnerabili e tra queste ci sono anche le donne. Per questo penso che come PD non possiamo non occuparci di sicurezza».

Valente ha inoltre criticato l’operato della destra: «Cosa fa la destra di governo? Ricorre alla repressione, al diritto penale, ma la cosa più grave è che opera uno scambio tra libertà e promesse di protezione. Dice: a te ci penso io, cedimi la tua libertà».

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha ribadito la necessità di investimenti concreti per migliorare la sicurezza: «La sicurezza costa, servono investimenti. La notte le nostre città sono poco presidiate, la presenza fisica sul territorio delle forze dell’ordine è importante. Ci vuole più gente in strada. Il tema del presidio è fondamentale».

Manfredi ha poi proposto un modello che integri il controllo del territorio con il coinvolgimento della società civile: «A fianco del presidio del territorio, che non è né di destra né di sinistra, ma significa garantire la libertà delle persone, dobbiamo fare in modo che ci sia anche un presidio sociale. Coinvolgere le comunità, comitati, associazioni, che diventano uno strumento».

Il convegno ha ribadito la necessità di un cambio di paradigma nelle politiche di sicurezza, andando oltre gli approcci repressivi e puntando su investimenti sociali, prevenzione e un maggiore coinvolgimento delle comunità locali. Un modello che mira a garantire non solo ordine pubblico, ma anche coesione sociale e inclusione.