Bandiere. Che quando si alza il vento miracolosamente cambiano colore. In poco più di due anni e con di mezzo il Covid19 cioé dall'inizio di questa legislatura (la XVIII iniziata il 23 Marzo 2018) solamente al Senato ben 33 senatori hanno cambiato gruppo di appartanenza. Sono oltre il 10% del totale dei 319 eletti a Palazzo Madama.
Lo spiega bene questo Report della Fondazione Openpolis. Ma perché tanti senatori hanno cambiato squadra in nome del sacro "senza vincolo di mandato"? Le motivazioni sono le più disparate. La prima che balza agli occhi è la recente nascita del partito di Matteo Renzi, Italia Viva che oggi con il nuovo arrivo di Vincenzo Carbone da Forza Italia conta già 18 senatori con questa formazione: Renzi (in porta), Bellanova, Nencini, Cerno, Marino, Magorno, Richetti, Parente, Sbrollini, Faraone, Sudano. In panchina (ma solo in ordine di lettura): Cucca, Ginetti, Grimani, Comincini, Garavini, Bonifazi, Carbone.
Se Italia Viva è passata da zero a 18 senatori (facendo segnare il miglior saldo attivo del calciomercato al Senato), chi ne ha persi per strada di più in questi due anni è il Partito Democratico che da 51 Senatori oggi se ne trova 36 (-16). Stessa musica per il Movimento Cinque Stelle, che ne ha persi 13, scendendo da 108 a 95. Ovviamente se messi a confronto a livello di emorragie tra i due partiti di governo se la sta passando molto meglio il Movimento 5 Stelle, che in percentuale ha perso il 12,1% delle truppe, contro il 29,5%. Ma il cosiddetto "effetto Italia Viva" è pesato in modo detereminante.
La Lega di Matteo Salvini, invece si è dimostrata ben più compatta e solida rispetto ai partiti di governo, guadagnando nel periodo 5 senatori e raggiungendo quota 63. Lo stesso vale per Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che con 17 senatori era partita e 17 se ne ritrova. Forza Italia di Silvio Berlusconi ha perso 2 senatori, scendendo a quota 60. Qualche fine analista potrebbe commentare che stando al Governo è più normale che si creino dissapori interni ai partiti e che dunque perdere qualche pezzo è sempre stato fisiologico. Ma le analisi su questo aspetto giungono a risultati diversi, tutti meritevoli di considerazione.
Curioso come alla Lega siano approdati 4 del Movimento Cinque Stelle (Urraro, Grassi, Lucidi, Riccardi) e uno da Forza Italia (la Testor). Mentre dal Pd siano esodati tutti verso Italia Viva tranne Richetti e Cerno. Dal Movimento 5 Stelle oltre ai soprascritti 4 che hano scelto la Lega, ce ne sono 8 che hanno scelto il gruppo misto (De Bonis, Nugnes, Di Marzio, De Falco, Fattori, Giarrusso, Giampolillo, Paragone).
Il fatto da tenere a mente in quest'estate già calda di suo ma che promette di rivelarsi politicamente bollente sono i numeri esigui della maggioranza al Senato. L'attuale totale di M5S+Pd+IV dà 147, che non solo non garantisce la maggioranza assoluta, ma non gli va nemmeno tanto vicino. E l'emorragia calciomercato senatorio certo non aiuta. Il binomio che guida il Governo Conte (M5S-Pd) ha già perso al Senato 29 calciatori (lapsus: senatori) e si ritrova a dover approvare il Dl Rilancio e il Dl Semplificazioni rivolgendosi magari agli 8 Senatori Alto Atesini o Valdostani del gruppo Per le Autonomie (SVP-PATT, UV) o iniziando il tradizionale balletto della questua presso gli anziani Senatori a vita. Da quando c'è l'emergenza il Governo Conte ha utilizzato 8 volte su 8 lo strumento della fiducia, per approvare provvedimenti che rimarranno nella Storia della Repubblica più o meno come il Piano Marshall.
Intanto sta entrando nel vivo la campagna elettorale per le 9 elezioni regionali di cui abbiamo già scritto qui. E non è cosa da poco, visto che si voterà più o meno in mezza Italia e che si terrà anche il referendum consultivo proprio sul taglio dei Parlamenti, promosso e molto caro al Movimento 5 Stelle, e non tanto simpatico al Pd di Zingaretti ("Un errore sottoscriverlo").
Le bandiere dei senatori sono issate. Ma il vento promette burrasca.
Paolo Bozzacchi
photo credits: Geometrice