Politica

Sea Watch, la nave che rischia di far naufragare il governo

10
Gennaio 2019
Di Redazione

 

Sono giorni di fibrillazione per il governo italiano. Lo sbarco dei 49 migranti a bordo delle navi Sea Watch e Sea Eye a Malta e i conseguenti impegni presi dall’Unione Europea, non sono andati per niente giù al Vice Premier Matteo Salvini. Ma riavvolgiamo il nastro del racconto e ripartiamo da ieri, giorno dello sbarco.

Dopo settimane di stallo e di diverse polemiche in numerosi paesi dell’Unione, si è arrivati finalmente alla risoluzione del “problema”. Le 49 persone a bordo delle imbarcazioni sarebbero, finalmente, state fatte scendere. La decisione è stata comunicata dal presidente di Malta, Joseph Muscat, il quale contestualmente annunciava anche la disponibilità di otto paesi ad accogliere ognuno una parte di migranti. In particolare, i paesi sarebbero stati Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania, Lussemburgo, Olanda e anche l’Italia. Ebbene si, proprio quell’Italia di cui uno dei due Vice Premier si è sempre detto contrario ad accogliere anche fosse uno solo di quei 49. E infatti la reazione di Salvini non si è fatta attendere: "Il governo non cadrà, ma pretendo chiarimento immediato nelle prossime ore. Appena rientro in Italia", sono state le sue parole. Ed infatti puntale come un orologio svizzero arriva la convocazione di un vertice a Palazzo Chigi con il Premier Giuseppe Conte e l’altro Vice Luigi Di Maio. Ma perché tanta rigidità da parte del leader leghista? Non ci sarebbe solo una questione di coerenza politica, ma anche il fatto che diversi paesi europei non abbiano rispettato la parola data questa estate quando si è trattato di dare la propria disponibilità nell’accogliere i migranti sbarcati in Italia che, stando alle parole di Salvini, è rimasta solo nelle intenzioni. Che questa presa di posizione del governo non sia piaciuta alla lega lo dimostra anche il fatto che, per rincarare la dose, lo stesso vicepremier leghista abbia sottolineato anche che la Lega non voterà il reddito di cittadinanza a meno che non vengano previsti fondi per le pensioni di invalidità.

E si arriva, così, all’incontro notturno conclusosi quasi all’1 di notte. Al termine, ecco due distinti comunicati con le due letture contrapposte. Quella dello staff del M5s e quella della Lega. A sentire i primi, poco più di una decina di migranti sbarcati a Malta saranno accolti in Italia e affidati alla Chiesa Valdese disposta a farsene carico. Si tratta delle donne con mariti e dei minori. Per il Carroccio, invece, questo avverrà solo dopo che l’Europa avrà accolto decine di altri sbarcati in Italia negli ultimi mesi. Non solo, il Premier Conte chiederà un incontro urgente con il commissario europeo si Migranti Avramopoulos per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto l’Italia aspetta che siano accolti dalla Germania, Olanda e altri 7 paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni. Tutto risolto? Forse. Nel frattempo, forse casualmente forse no, è stato comunicato lo slittamento a venerdì del Cdm per l'approvazione del decreto su reddito di cittadinanza e quota 100: sembra che la Ragioneria abbia chiesto altro tempo. Esattamente lo stesso che serve al governo italiano per capire cosa fare con i migranti della Sea Watch.

A questo punto, non potevano mancare le reazioni del commissario europeo Avramopulos che si è detto disposto ad incontrare il governo italiano per discutere di misure supplementari che possano essere prese per regolare il problema dei ricollocamenti al livello europeo dei migranti. A farsi sentire è stato anche il ministro dell'Interno di La Valletta, Michael Farrugia, che ha ricordato a Salvini come per prima l'Italia è stata inadempiente rispetto all'impegno dato da Conte a giugno di prendere 50 persone dallo sbarco della Lifeline, il primo che ha inaugurato la soluzione condivisa tra i Paesi europei. È per quel motivo che un mese dopo, quando in Italia sono sbarcate 450 persone e si è arrivati ad analoga soluzione, Malta si è impegnata per lo stesso numero di persone ma si è deciso, a quel punto, che ognuno dei due Paesi tenesse quelle che aveva già sul suo territorio per evitare ai migranti un nuovo inutile viaggio e ai due Stati inutili spese.

La nave Sea Watch ha approdato in un porto sicuro, il governo italiano naviga ancora in acque burrascose.

 

 

P.P.

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