Politica

Satnam Singh, il caporalato post mortem

21
Giugno 2024
Di Maria Da Pozzo

Satnam Singh merita le prime pagine ma solo post mortem, sebbene la sua tragica storia non sia né di destra né di sinistra, per citare il direttore del Tg La7 Enrico Mentana.

Satnam, lavoratore indiano 31enne che lunedì 17 giugno aveva perso un braccio mentre lavorava nei campi dell’area agricola dell’agro pontino, a 50 km da Roma, è morto mercoledì 19 giugno all’ospedale San Camillo dopo diverse operazioni salvavita. Per ora, l’unica persona indagata è il suo datore di lavoro, Antonello Lovato, 37 anni, accusato di omicidio colposo, omissione di soccorso e violazione delle norme sulla sicurezza. Lovato ha caricato Singh su un furgone insieme alla moglie e lo ha abbandonato agonizzante di fronte al cancello di casa, il suo braccio in una cassetta della frutta. Circa un’ora e mezza tra il momento dell’incidente e i primi soccorsi.

Una storia agghiacciante che però non ha occupato le prime pagine dei giornali, come ci si sarebbe aspettati. Infatti, a riservargli spazio sul cartaceo di martedì è stato solo il Gruppo QN che – su Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione – piazza in taglio centrale l’intervista della sindacalista di Flai-Cgil Laura Hardeep Kaur, che grazie alla sua denuncia ha fatto trapelare l’orrore. Poi qualche quotidiano locale, come Latina Oggi, e più niente.

È solo nella giornata di mercoledì, con la scomparsa di Satnam, che la notizia guadagna rilevanza e quindi spazio, campeggiando sui cartacei in edicola giovedì 20 giugno. Tranne qualche assente, molte testate hanno pubblicato la vicenda in apertura.

E la politica? Stesso copione. Mentre nell’opinione pubblica il caso cresceva e già lunedì le opposizioni chiedevano che il Ministro del Lavoro, Elvira Calderone, riferisse in Aula (cosa poi avvenuta nella giornata di ieri), i feed di esponenti di destra e di sinistra – solitamente sempre in gara a chi cinguetta per primo – sono rimasti a lungo in un silenzio piuttosto assordante.

Nessun post o tweet immediato: dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, da Nicola Fratoianni a Carlo Calenda e Matteo Renzi. Nessuno ha, infatti, commentato la vicenda nelle prime 48 ore. Dopo la morte, lo sdegno di alcuni di loro. Tra i primi, Angelo Bonelli, che su Twitter commenta le parole a dir poco vergognose del titolare dell’azienda agricola, ed Elly Schlein, la quale annuncia la sua presenza alla manifestazione di solidarietà indetta dai sindacati.

Satnam Singh è il centesimo lavoratore straniero morto quest’anno in Italia, il decimo proveniente dall’India. Il vuoto mediatico su questi numeri stride rispetto alla grandissima, nonché sacrosanta, attenzione che viene riservata in occasione, ad esempio, del rapporto annuale sulle morti bianche dell’Inail. Così come stride il vuoto politico paragonato alle recenti, e sempre sacrosante, dichiarazioni di questo governo, il quale solo qualche tempo fa annunciava – senza darne seguito – norme per il contrasto del sommerso e che non ha più convocato il tavolo sul Caporalato, o dei precedenti governi che nulla hanno fatto in passato per arginare un fenomeno ormai così radicato. Questo evitare la questione sembra riflettere il modo in cui tutti consideriamo la categoria dei braccianti, ossia fondamentali per la nostra economia, eppure allo stesso tempo invisibili.

E mentre scriviamo, sopraggiunge un’altra terribile notizia: la morte di Pier Paolo Bodini, 18enne di Brembio, schiacciato giovedì da un macchinario mentre lavorava in un’azienda agricola. La domanda sorge spontanea: quali gli effetti di questa ennesima tragedia?

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