Politica

Recovery: come cambierà la nostra vita

10
Maggio 2021
Di Redazione

di Sergio Pizzolante

In un meraviglioso editoriale sul Corriere della Sera, Federico Fubini ci ha spiegato, nel silenzio totale dei media e dei partiti italiani, impegnati a parlare di Fedez, come la nostra vita cambierà radicalmente nei prossimi anni. Con le scelte contenute nel Recovery Plan. 

Succedeva anche 30 anni fa. Ci occupavamo di Togliatti e Tangentopoli, mentre Maastricht cambiava radicalmente la nostra Vita. Gianni De Michelis ci aveva avvisati, ma gli italiani preferivano rincorrerlo ed insultarlo lungo le calette veneziane. 

Ci siamo impegnati  a spendere 86 miliardi per l’ambiente. Nei prossimi 6 anni. Un budget tre volte quello spagnolo, 4 volte quello francese, otto quello tedesco. 

Per fare cosa? Azzerare le emissioni di carbonio entro i prossimi 30 anni. Significa ridurre la produzione di 418 tonnellate di Co2 all’anno. 
Se non vogliamo il tracollo dell’economia, perché vogliamo continuare a produrre acciaio, cemento, mattonelle, usare internet (il 4 per cento totale delle emissioni per sostenere i cloud dei nostri dati), dobbiamo dire cosa facciamo per produrre energia senza emissioni di carbonio. 
Dobbiamo dirlo perché quei soldi arrivano solo mantenendo questi impegni. 

E perché, dice Fubini, non vogliamo un futuro con più plastica in mare al posto dei pesci e non vogliamo le spiagge inquinate e cose così ancora. Bene, cosa ci siamo impegnati a fare? 

Installare 86 miliardi di Watt. Solare ed eolico. L’equivalente di 50 centrali nucleari francesi. L’equivalente di 200 mila ettari di terreno. Il 2% della superficie italiana coltivata. Pale eoliche e pannelli ovunque. 

Perché? Perché i 5 stelle, che sono maggioranza nella maggioranza, non vogliono, anche, altre soluzioni, dal sequestro di carbonio alla produzione di idrogeno da gas naturale, un mix di nucleare, o altro ancora. Altre soluzioni tecnologiche, seppur di passaggio. Per ora è così. 

Ma capite che questo avrà un impatto enorme sulle nostre vite. Nei prossimi mesi, anni,non solo nei decenni. Dovrebbe stare al centro del dibattito. Approfondimento, scelte, aggiustamenti, mediazioni. 

Come con Maastricht, era giusto, ma ci impegnammo a fare quello che poi non siamo riusciti a fare, perché ci occupammo d’altro, della purezza della politica (abbiamo visto poi) della santificazione delle procure, della caccia alle “élite”, del “nuovo” a prescindere: 30 anni di scarsa crescita e di decrescita. 

Rischiamo altri 30 anni così. Se spenderemo soldi per fare cose che non governiamo nei modi giusti. Nei tempi giusti. Con le competenze giuste. Con saggezza e realismo. Fuori dai fumi ideologici di 5 stelle e simili.

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