Politica

Rai, Frangi e Natale eletti nel Cda. Il campo largo non trova il bandolo

26
Settembre 2024
Di Giampiero Cinelli

L’aula della Camera ha eletto Federica Frangi e Roberto Natale come nuovi membri del Cda della RAI, rispettivamente con 174 voti e 45. Non hanno partecipato alla votazione Pd, Azione e Iv, in senso di critica all’attuale modello di governance, che potrebbe subire mutamenti a seguito del recepimento del Media Freedom Act europeo. Le opposizioni sono riuscite a ottenere l’incardinamento della legge italiana che lo recepisce a inizio ottobre. Ricordiamo che attualmente i membri del consiglio sono 7. Due sono eletti dalla Camera dei Deputati, 2 dal Senato della Repubblica, 2 sono designati dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell’Economia e 1 dall’assemblea dei dipendenti Rai

Federica Frangi, nata a Roma l’8 maggio 1973, con esperienze professionali di alto livello nel giornalismo radiotelevisivo e negli uffici stampa, ha lavorato nella redazione di “Porta a Porta”, la trasmissione di Bruno Vespa su Raiuno, e fino al febbraio scorso è stata consigliere nazionale della Fnsi. Attualmente lavora al Tg2 alla redazione cronaca. Ha avuto il sostegno di Fratelli D’Italia

Roberto Natale, romano del 1958, laureato in filosofia, è giornalista professionista dal 1990. Nel 1988 viene assunto in qualità di praticante giornalista presso la Sede Regionale delle Marche. Nel 1989 entra nella redazione della Sede Regionale per il Lazio dove, l’anno successivo diviene redattore e, in seguito, gli vengono affidati anche compiti di conduttore. Attualmente è Direttore Rai per la Sostenibilità.

Sul Cda Rai dunque il “campo largo” non si è intravisto, le opposizioni sono andate divise, Giuseppe Conte ha commentato così: «Noi siamo stati sempre coerenti, siamo con Avs e non capisco perché ci sia stata questa posizione del Pd. La spaccatura c’è stata da parte del Pd che lo ha deciso con Renzi dopo aver fatto nel 2015 la riforma della governance. Il cda non è una poltrona. Sono funzioni di controllo e vigilanza. Chi non vuole occupare le poltrone in Rai – ah aggiunto – dica ai suoi ‘uscite fuori dalla Rai e abbandonate le poltrone. La riforma della governance della Rai non si può fare in tempi rapidi. E nel frattempo cosa facciamo? Rimaniamo senza cda? Lo lasciamo quindi a Giorgia Meloni e alle forze di maggioranza, senza esercitare neppure quel minimo controllo per il pluralismo e per le funzioni di vigilanza e di controllo».

Angelo Bonelli (Avs) ha precisato: «Il campo largo, io lo ripeto sempre, il campo largo non esiste. Perché se esistesse avremmo una situazione differente. È un lavoro che dobbiamo fare con molta pazienza, ci riusciremo. Abbiamo già molti punti in comune su alcune questioni, sui temi penso al salario minimo, a questa vicenda sull’autonomia differenziata che è molto importante. Le prossime saranno settimane di confronto, intanto abbiamo le elezioni regionali dove siamo uniti, saranno molto importanti. Sulla Rai abbiamo una valutazione diversa, noi pensiamo che avere calendarizzato il Media Freedom Act sia stato un successo delle opposizioni che lo hanno chiesto fortemente, adesso lasciare a TeleMeloni anche il controllo totale del Cda è un qualcosa che noi riteniamo non saggio».

La risposta di Schiein ai due colleghi è secca e diretta: «Sulla Rai la posizione del Pd è quella di tutte le opposizioni fino a ieri. Al massimo chiedete ad altri perché hanno cambiato quella posizione. Rimaniamo coerenti con l’idea che sia sbagliato rinnovare un cda che è fuori legge perché il Media Freedom Act è già entrato in vigore».

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