Politica

QUIRINALE TERZA GIORNATA, ancora in bianco, gli scenari di giovedì

26
Gennaio 2022
Di Alessandro Caruso

La terza giornata di votazione quirinalizia si è conclusa nuovamente con un nulla di fatto, ma da domani le cose potrebbero cambiare, anche alla luce di alcuni indizi emersi oggi. Il sentiment su Draghi in Parlamento sta cambiando, e circola voce che i suoi colloqui con i leader di partito per preparare la sua elezione al Quirinale non abbiano prodotto gli effetti sperati, anzi queste improprie “consultazioni” hanno fatto storcere il naso a molti.

LA TERZA VOTAZIONE
Dalla terza votazione sono usciti numeri interessanti per Mattarella (125 voti) e i sorprendenti 114 voti per Guido Crosetto, proposto da Fratelli d’Italia, con 51 preferenze in più rispetto alla base parlamentare meloniana, composta da 63 elementi. Chiari segnali di conteggi, prove generali per giovedì, la prima giornata con il quorum più basso, a 505 voti, quella maggioranza assoluta che potrebbe cominciare a rivelare l’esito dei tanti incontri che si sono svolti, e si stanno svolgendo, in queste ore. Voci di questi minuti parlano di avvicinamento alla “fumata bianca”, conseguente ad un incontro serale tra i principali leader, Salvini, Letta e Conte. E come detto più volte da Renzi: «Superato il voto sul Presidente, l’accordo sul Governo si trova in 5 minuti». Proprio così, perché i nodi sono essenzialmente tre: la Presidenza della Repubblica, il futuro del Governo, la sopravvivenza della Legislatura, da sciogliere in questo ordine. 

LE POSIZIONI DEI PARTITI, E DELLE CORRENTI, SU DRAGHI
Il referendum è ancora su Mario Draghi, la cui figura ottiene consensi e dissensi in maniera trasversale ai partiti. Nel Partito democratico il segretario Letta è per Draghi, ma parte delle correnti no; nel Movimento 5 Stelle Conte resta scettico su Draghi, al contrario di Di Maio, che spinge per vederlo al Quirinale; in Forza Italia si aspetta il verdetto di Berlusconi, perplesso su Draghi, ma anche su Casini; mentre nella Lega Salvini è ancora freddo su Draghi (soprattutto dopo l’incontro diretto che ha avuto con il Presidente del Consiglio), ma Giorgetti è a favore; Fratelli d’Italia ragiona in ottica di coalizione, ma non direbbe “no” a Draghi. 

COSA POTREBBE SUCCEDERE GIOVEDÌ
Stando ai rumors pervenuti alla redazione del The Watcher Post, se in serata si dovesse trovare l’accordo su un nome di largo consenso, in questo momento i più plausibili sono Draghi e Casini, domani potrebbe essere la giornata conclusiva di elezioni. La seconda ipotesi è un voto a maggioranza del centrodestra sulla Casellati, con il sostegno di una parte dei 5Stelle. In caso di fallimento, l’appuntamento slitterebbe a venerdì, praticamente con un’unica opzione sul tavolo: Mario Draghi. Per convinzione. O per inerzia.

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