Politica

QUIRINALE GIORNATA 2. Domani la giornata di Draghi?

25
Gennaio 2022
Di Alessandro Caruso

Oggi alle 15 si torna a votare. Secondo giorno di elezioni per eleggere l’inquilino del Colle, ancora con la maggioranza qualificata. E ancora una volta si aspetta una fumata nera. Anche oggi sarà una giornata dedicata alla ricerca delle intese. Intese che da ieri si stanno indirizzando, a quanto sembra, verso una convergenza sul nome di Mario Draghi come nuovo Presidente della Repubblica.

LA FORMULA DRAGHI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Dai rumors che trapelano dai corridoi di Montecitorio continuano ad arrivare conferme sul fatto che Draghi stesso voglia il Quirinale, che non sia interessato a proseguire il suo mandato di Presidente del consiglio senza Mattarella al Colle. E che, quindi, l’unico modo per continuare a contare sulla sua autorevolezza come figura garante della stabilità di governo e dell’onorabilità degli impegni politici sul piano interno e internazionale sia quello di eleggerlo Presidente. Uno dei nodi da sciogliere, che si starebbe affrontando nei vari incontri di queste ore tra i leader politici e Draghi stesso, è quello del suo sostituto a Palazzo Chigi, un nome che goda di credibilità e, soprattutto, della fiducia dell’attuale maggioranza, in modo da non interrompere la legislatura. Una sorta di consultazioni anticipate, insomma. E se la giornata di oggi si rivelasse proficua, domani potrebbe essere il giorno di Draghi Presidente della Repubblica.

DA DESTRA A SINISTRA
Oggi alle 15 si svolge un vertice del centrosinistra, contemporaneamente a quello del centrodestra. Dagli annunci successivi potrebbero uscire indizi e informazioni a supporto di questa ipotesi. Le votazioni a Montecitorio dovrebbero andare nuovamente “in bianco”. Intanto Enrico Letta questa mattina ha chiarito l’intento del Pd: «Il nostro approccio è quello di unificare il Parlamento con un nome super partes. Allo stesso tempo, sappiamo che oggi il Paese ha una straordinaria risorsa in Mario Draghi, che è oggi un grande leader per il governo e uno straordinario asset per il Paese. Penso che dobbiamo combinare la giusta scelta per il presidente della Repubblica e, allo stesso tempo, la possibilità di avere un governo che lavori per i prossimi dodici mesi, per la realizzazione del Recovery Plan, per spendere al meglio i soldi europei e permettere all’Italia di continuare a svolgere un ruolo da protagonista tra i Paesi europei, riaffermando la sua collocazione atlantica, tanto importante in questo momento di confronto con la Russia». E Antonio Tajani ha precisato: «Non mettiamo veti su nessuno ma riteniamo che Draghi sia indispensabile per tenere unita la maggioranza di Governo. Siamo in una maggioranza di unità nazionale e Draghi è indispensabile per tenerla unita». Prudenti ma entrambi chiari nel riconoscere a Draghi un ruolo di garante.

LA POSIZIONE DELLA MELONI
Chi sembra stia osservando i giochi dagli spalti sicura di vincere in ogni caso la sua battaglia è Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia. Fonti vicine alla governance del partito confermano che gli umori sono sostanzialmente ottimisti. Se Draghi dovesse andare al Colle FdI avrebbe un presidente “amico”, che ha in fondo sostenuto sin dall’inizio, in caso contrario Draghi molto probabilmente si dimetterebbe aprendo la strada del voto, ipotesi che vedrebbe FdI l’unico partito davvero pronto e attrezzato, forte tra l’altro del consenso di opposizione che lo ha fatto crescere a doppia cifra nell’ultimo anno.

RIPRISTINATO IL QUORUM A 673
Nel frattempo il plenum dei grandi elettori è tornato a 1009 componenti. Maria Rosa Sessa è la neodeputata di Forza Italia che subentra al deceduto Fasano. Potrà prendere parte già oggi alla seconda seduta di votazione per il nuovo Presidente della Repubblica, convocata alle 15. E il quorum, essendo stata ripristinata la platea dei 1.009 grandi elettori, tornerà a 673 (corrispondente, fino al terzo scrutinio, ai due terzi dei componenti).

IL VERDETTO DI PIEPOLI
Al dibattito ha preso parte anche il noto sondaggista Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo istituto: «Se è meglio un presidente della Repubblica tecnico o uno politico? Chi se ne frega di queste finte beghe, tanto il nuovo inquilino del Quirinale sarà Mario Draghi. Non è importante stabilire se Draghi è un tecnico o un politico. Lui è un civil servant, un servitore dello Stato, della comunità dei cittadini».

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