Politica
Prevenzione e formazione al centro degli Stati Generali della Protezione Civile
Di Marta Calderini
Si è svolta a Roma la prima edizione degli Stati Generali della Protezione Civile, un’iniziativa fortemente voluta dal Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci la cui apertura ha visto la partecipazione di una nutrita compagine di Governo che non ha mancato di sottolineare il ruolo prezioso della Protezione Civile nel nostro Paese.
Come ha sottolineato Musumeci aprendo i lavori: «Non dobbiamo mai fermarci e gli Stati generali sono la migliore occasione per mettere assieme le varie componenti per capire cosa dobbiamo correggere e potenziare. La Protezione civile italiana ha una leadership internazionale riconosciuta da tutti, ma dobbiamo sempre metterci in discussione: la Protezione civile non può conoscere traguardi. La sua storia è formata di tappe. Abbiamo costruito la migliore Protezione civile d’Europa sulle macerie dei disastri, c’era sempre in ogni evento qualcosa da imparare, qualche anello debole da potenziare».
Un confronto orientato al futuro della Protezione Civile, che, secondo il Presidente Del Consiglio Giorgia Meloni, verrà accompagnato dalla riforma del Codice di Protezione Civile: «Il Governo ha presentato una proposta di riforma del codice di Protezione civile per renderlo più attuale alle esigenze, con l’obiettivo di rafforzare e potenziare un modello che ci rende tutti molto orgogliosi, un punto di riferimento a livello europeo e internazionale. Ci siamo occupati di dotare il Paese di un quadro normativo più semplice e più chiaro per affrontare la fase successiva a una calamità. Il codice della ricostruzione offre norme per dire basta a ricostruzioni infinite e scongiurare lo spopolamento dei luoghi colpiti». Ha continuato Meloni: «Abbiamo scelto di rimettere al centro la cultura della prevenzione partendo dalla scuola e dai giovani. Una sfida ambiziosa, ma è una sfida che questo governo non ha avuto paura di raccogliere. La prevenzione è il nostro primo obiettivo a tutti i livelli». Il Ministro Musumeci ha dichiarato che la riforma del Codice di Protezione Civile, che è fermo al 2018, si completerà entro la fine dell’anno, a conferma dell’impegno del Governo nel sostenere la Protezione Civile con una linea di verifica, analisi e controllo ben definita.
Durante il convegno, l’importanza di lavorare sulla prevenzione è stato un fil rouge che ha accomunato numerosi interventi, a partire da quello del Capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile italiana, Fabio Ciciliano, che ha evidenziato la necessità di avviare un un processo strutturato di condivisione finalizzato alla crescita dell’intero sistema perché «Gli scenari di rischio evolvono rapidamente: la protezione civile di oggi non affronta le problematiche di ieri. Dobbiamo essere pronti a scenari sempre più complicati e interconnessi e questa crescente complessità degli scenari di crisi a livello internazionale ci impone una revisione delle strategie di prevenzione e di risposta alle emergenze».
Concorde sulla necessità di superare una visione prevalentemente emergenziale del lavoro della Protezione Civile anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci che ha ricordato che «il sistema di Protezione civile è frutto di una grande intuizione e di un modello organizzativo che ha reso la nostra Nazione un punto di riferimento internazionale nella gestione delle emergenze». Ma «non è solo sinonimo di emergenza, è la sintesi più alta di un principio fondamentale della nostra Repubblica: la solidarietà». In questo contesto, il Ministero della Salute gioca un ruolo centrale: «La collaborazione tra la Protezione civile e il Servizio sanitario nazionale è consolidata da tempo e si manifesta sia nella fase di pianificazione e prevenzione che nella gestione operativa delle emergenze. Una sinergia che si è rafforzata negli anni e che continua oggi – ha concluso – in maniera proficua».
Il lavoro sulla prevenzione, però, deve essere affiancato da un ingente lavoro sulla riduzione del rischio e la mitigazione delle conseguenze degli eventi che, come ha dichiarato il Presidente di Regione Lazio Francesco Rocca, può essere fatto solo «attraverso uno straordinario lavoro di formazione, investire tantissimo, questo è uno dei temi chiavi per avere comunità resilienti. La Protezione Civile è un sistema estremamente delicato, che vede i suoi tecnici alla guida, ma poi c’è quella spina dorsale dato dalle tantissime realtà territoriale che devono avere un livello di capacità di risposta adeguato ai bisogni dei territori». Anche il Presidente della Conferenza delle Regioni e del Friuli Venezia Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha sottolineato che «oggi dobbiamo lavorare in maniera importante sulla prevenzione. E non parlo soltanto di messa in sicurezza dei nostri territori, ma anche di una prevenzione basata sulla formazione che non può riguardare soltanto gli operatori, professionisti o volontari, ma deve coinvolgere anche i cittadini». «Gli eventi estremi – ha proseguito Fedriga – devono prevedere anche una capacità di resilienza che però deve riguardare tutte le fasce della popolazione». D’accordo anche la Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, la quale si è unita alle riflessioni sulla formazione sottolineando che esistono già diverse scuole e percorsi di formazione per tecnici e specialisti in professionalità dedicate alla Protezione Civile, il vero cambio di passo si avrebbe, secondo Bernini, lavorando su competenze orizzontali e trasversali.
La prima edizione degli Stati Generali della Protezione Civile si è articolata in 3 giorni, durante i quali istituzioni, tecnici e stakeholder si sono riuniti attorno a sei tavoli di lavoro tematici dando vita ad un prezioso scambio di conoscenze conoscenze tecnico-scientifiche, giuridiche, socioculturali e comunicative, a conferma della natura multidisciplinare del lavoro della Protezione Civile. Dai tavoli è emerso che è di fondamentale importanza mantenere vivo il confronto tra ambiti disciplinari diversi e includere via via i contributi di nuove ed ulteriori discipline che possono arricchire il lavoro degli “specialisti di protezione civile” e migliorarlo costantemente. Inoltre, rimane sempre centrale la conoscenza per i cittadini delle buone pratiche di protezione civile che permettono di aumentare la consapevolezza della percezione dei rischi presenti sul territorio italiano.
Gli Stati Generali si sono conclusi domenica con un confronto dedicato a “Quel 6 aprile 2009 a L’Aquila”, con Guido Bertolaso, Capo del Dipartimento della Protezione Civile al momento del tragico terremoto che colpì l’Abruzzo esattamente 16 anni fa.
