Politica
Premierato: prosegue maratona in 1ª Commissione e tiene banco nodo ballottaggio
Di Ilaria Donatio
Prosegue la maratona sul premierato in Commissione Affari Costituzionali del Senato, al lavoro sull’art. 4, dopo che si è esaurito il voto sugli emendamenti all’articolo 3. L’organismo guidato dal senatore di FdI, Alberto Balboni che è anche relatore del ddl Casellati per l’introduzione del premierato in Costituzione, ha in mattinata dato il via libera all’emendamento del governo che contiene la cosiddetta norma anti-ribaltone. Nel merito la modifica presentata dal governo stabilisce che “in caso di revoca della fiducia al presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere”.
In mattinata la Commissione ha respinto, invece, con pareri contrari tutti i testi delle opposizioni, mentre è stato accantonato l’emendamento dell’ex presidente del Senato Marcello Pera sullo statuto delle opposizioni.
A tenere banco anche oggi, il tema della legge elettorale da accoppiare al testo. Se da un lato Casellati continua a ribadire la necessità di parlarne almeno dopo un via libera in prima lettura al ddl, la parola chiave della giornata è stata ballottaggio.
Opposizioni chiedono nuove audizioni
Effettuare nuove audizioni per chiarire alcuni punti del ddl sul Premierato, anche alla luce delle modifiche al testo introdotte con gli emendamenti del governo. A chiederlo, nel corso dei lavori della commissione Affari costituzionali del Senato, è stato il dem Andrea Giorgis, che ha trovato anche il sostegno degli esponenti degli altri partiti di opposizione. Una richiesta su cui il presidente Alberto Balboni ha mostrato un’apertura.
“Se vogliamo ragionare di una audizione o 2 o 3 per risolvere alcune questioni che per voi sono particolarmente importanti, se vogliamo audire dei costituzionalisti perché ci possano dare ulteriori elementi di giudizio io non ho nulla in contrario. Non c’è una preclusione ma – ha osservato – accordiamoci sul numero perché non può essere un numero che sconvolge i nostri lavori”. La questione dovrebbe essere affrontata nel prossimo ufficio di presidenza della Commissione.
Ballottaggio sì, ballottaggio no
“L’unica soluzione è il ballottaggio”, ha detto il presidente Alberto Balboni durante i lavori sul Premierato, “che scatterà se non si raggiunge la soglia che prevederemo in legge elettorale. Ma è una discussione teorica, perché la riforma spingerà al bipolarismo, le coalizioni a trovarsi”.
Dopo le dichiarazioni del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo che a un “Giorno da pecora” ha detto che il ballottaggio è un sistema che non gli piace. Il senatore Pd Dario Parrini ha citato le parole di Romeo, aggiungendo: “Come si fa a continuare con posizioni all’interno della maggioranza del tutto divergenti? Prendetevi 10 giorni e decidete”.
“Romeo ha detto che non si farà il ballottaggio, ha detto che non gli piace”, ha risposto Balboni, osservando che “se non si raggiunge la soglia, che sia non meno del 40% ci possono essere due scenari: il Parlamento viene eletto senza premio di maggioranza – puro proporzionale – e avremo ottenuto l’opposto di quello che la riforma intende fare. O l’unica soluzione è il ballottaggio che scatterà se non si raggiunge la soglia, del 42-43%, che prevederemo in legge elettorale”. La ministra Casellatti ha ribadito che “la formulazione della legge elettorale, che non sarà semplicissima, sarà chiarita dopo la prima lettura”.
Balboni: riforma per il futuro
“Questa riforma non è per oggi ma per domani perché non ci vogliamo ritrovare nella situazione che ad esempio abbiamo conosciuto nella scorsa legislatura, dove è successo di tutto e di più”, ha detto Balboni, intervenendo in commissione Affari costituzionali. Vogliamo “spingere il sistema politico italiano verso un bipolarismo consolidato, una democrazia dell’alternanza perché secondo noi è l’unica vera forma di democrazia in cui ci sono due proposte di governo che si sfidano su una base di programma alternativo, dove entrambi hanno la stessa legittimazione e la stessa aspettativa di poter vincere le elezioni”, ha aggiunto.
Ieri è stato dato l’ok a elezione diretta
Ieri c’è stato il primo via libera all’elezione diretta del premier. La 1ª Commissione – che ha competenza per i progetti di legge di revisione della Costituzione e per le altre leggi costituzionali – ha dato l’ok al cuore della riforma sul premierato, con il voto dell’emendamento del governo all’articolo 3 del disegno di legge. Si tratta della modifica all’articolo 92 che inserisce in Costituzione il principio dell’elezione diretta fissando anche il limite dei due mandati.
Il disegno di legge costituzionale – sottoscritto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dalla ministra per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa Elisabetta Casellati – introduce l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l’abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica (con modifiche agli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione).