Politica

Pnrr, qualche utile rimedio per spendere bene e in tempo

25
Giugno 2023
Di Gianni Pittella

Mentre l’Italia sta per riscuotere (speriamo) la terza rata del PNRR, sembra non placarsi il giochetto dello scaricabarile sulle responsabilità dei ritardi e delle criticità nella attuazione delle scelte finanziate con oltre 200 miliardi tra fondo perduto e prestiti. Un giochetto misero, trito e ritrito che nasconde le difficoltà obiettive e le possibili soluzioni. Vediamo dunque di annotare dal nostro punto di osservazione le questioni critiche e proviamo a suggerire alcuni rimedi. Tre paiono essere i problemi più grandi che sono emersi: 1) Passare dalla allocazione di un montante finanziario così cospicuo alla sua spesa e alla realizzazione degli interventi in un sistema, quello italiano, in cui le procedure giuridico amministrative sono lente lunghe e complicate. Non è un caso che tra gli impegni da ottemperare nell’attuazione del Piano vi sono anche le riforme della giustizia e della pubblica amministrazione. 2) Noi italiani siamo abituati alla spesa dei fondi strutturali che avviene attraverso la certificazione rendicontazione mentre il PNRR introduce una profonda novità, la commissione eroga i soldi in base all’ avanzamento delle opere/interventi cioè sulla base dei risultati. 3) Il PNRR prevede che gli Enti assegnatari delle risorse facciano il monitoraggio degli stati di avanzamento che è essenziale per ottenere le varie rate di finanziamento, monitoraggio che non è assolutamente agevole realizzare in particolare dai piccoli comuni che a stento hanno il personale per le attività ordinarie. Quali possono essere le risposte a queste criticità? Certamente il rafforzamento delle capacità amministrative dei piccoli Comuni, competenze specialistiche che possono essere condivise a livello territoriale. Sarebbe utile consentire ai Comuni di richiedere sopratutto per l’attività di monitoraggio la consulenza di società specializzate oltre che di singoli professionisti. È necessario rafforzare il coinvolgimento delle grandi aziende di Stato, da RFI ad Enel a Leonardo ed altre, ed è indispensabile procedere speditamente con equilibrio innovazione e senza scontri ideologici alla riforma della Giustizia e della Pubblica amministrazione. Dobbiamo essere consapevoli che occorre velocità e pragmatismo e che nel giro di qualche mese le stesse pubbliche amministrazioni che stanno attuando il PNRR si ritroveranno con altri quattrini da spendere, non proprio bruscolini, ma circa 80 miliardi della politica di coesione 2021/2027. Troppa grazia ma non sarà una missione facile!

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