Politica

Piazza della Loggia: Mattarella, oggi la Repubblica è a Brescia

28
Maggio 2024
Di Ilaria Donatio

Oggi la Repubblica Italiana è Brescia, è Piazza della Loggia, è questo teatro, con la presenza e il coinvolgimento di tante persone. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Brescia in occasione della commemorazione del 50° anniversario della strage di piazza della Loggia.

L’attentato di Piazza della Loggia uccise otto persone e ne ferì 102, alcune in modo grave e con lesioni permanenti: “un tragico, barbaro atto di terrorismo”, lo ha definito il Capo dello Stato che ha inferto un vero e proprio “trauma” alla città lombarda.

Mattarella ricorda i nomi delle vittime
“Tutti gli italiani che, nel 1974, erano cittadini consapevoli ricordano, in maniera indelebile, quella orribile giornata, a partire dalle prime, incerte notizie della mattina. Fino alla drammatica conferma, alla diffusione dei particolari e alla straziante contabilità delle vittime. I loro nomi sono stati ricordati in piazza. Voglio ripeterli qui, in teatro: Giulietta Banzi Bazoli, di 34 anni. Livia Bottardi Milani, 32 anni. Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni. Alberto Trebeschi, suo marito, 37 anni. Euplo Natali, 69 anni. Luigi Pinto, 25 anni. Bartolomeo Talenti, 56 anni. Vittorio Zambarda, 60 anni”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda i nomi delle vittime.

“Giovani, meno giovani, anziani. Quasi una rappresentanza della cittadinanza bresciana, nelle sue diverse generazioni. Quante vite interrotte da quel gesto infame! Quanti sogni, quanti progetti per il futuro sottratto, quante speranze, quanti legami di affetto lacerati”, ha aggiunto il Capo dello Stato.

Familiari decisivi per le inchieste
“Alcuni di coloro che persero un figlio, un genitore, un coniuge, oggi non ci sono più. Desidero quest’oggi ricordare anche il loro dolore, la compostezza, la forza d’animo, la sete di verità che esprimevano e che permangono tra noi, nonostante gli anni trascorsi. I familiari delle vittime, con la loro associazione, continuano l’opera di custodire e promuovere la memoria. E continuano a battersi per ottenere giustizia, con coraggio e determinazione”. Poi li ha ringraziati per l’impegno e ha aggiunto: “Un impegno, esercitato tra mille ostacoli e fatiche, che ha dato un decisivo impulso alle inchieste e alla ricerca della verità”. 

Complicità a eversione da uomini della Repubblica
“Superato lo sconvolgimento iniziale”, ha sottolineato Mattarella, “la risposta di Brescia all’intimidazione stragista fu netta, compatta, determinata; e rappresentò un esempio per tutto il Paese, attraversato in quegli anni da grandi speranze e idealità, ma anche da ciò che vi si opponeva: spinte eversive, tensioni violente e strategie destabilizzanti, talvolta con la complicità occulta e ignobile di uomini che violavano i doveri di fedeltà alla Repubblica“. 

I collusi coi terroristi hanno tradito l’Italia
“Complici e collusi, strateghi di morte, non rappresentano lo Stato, ma una gravissima minaccia contro la Repubblica. Hanno tradito l’Italia. Hanno tramato nell’ombra contro il loro popolo e il loro Paese”. “Di fronte alla guerra violenta di opposti terrorismi – nero e rosso – che – in quella stagione di sangue e di aspri conflitti internazionali – provarono a rovesciare la Repubblica e la sua democrazia, possiamo dire oggi, con certezza, che ha prevalso lo Stato, la Repubblica, il suo popolo, con i suoi autentici, leali servitori”.

Quella che va dalla strage di Piazza Fontana del 1969, fino a quella di Bologna del 1980, “la più grande strage del terrorismo neofascista”, e ancora, “nel 1984, di nuovo a San Benedetto Val di Sambro“, fu “una sequenza impressionate di eventi sanguinosi, legati dall’unico filo dell’eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze. Ma il desiderio di verità e giustizia non si è fermato”. 

Isolare i predicatori d’odio
“Al di là delle doverose rievocazioni, il modo per ricordare degnamente” i martiri, “è quello di respingere e isolare i predicatori d’odio, gli operatori di mistificazione, i seminatori di discordia. È quello di rivendicare e vivere i principi e i valori su cui si basa la nostra Costituzione. Quello di operare costantemente per l’unità del popolo italiano, per la diffusione della libertà e dei diritti, per un quadro internazionale che assicuri la pace nella giustizia”, ha concluso il presidente.