Politica
Perché è improbabile che il prossimo Parlamento Eu sia a maggioranza Ppe/Ecr
Di Gianni Pittella
Le prossime elezioni europee avranno un esito che ritengo improbabile affidi la maggioranza del Parlamento ad una coalizione riservata al PPE e all’ECR. Per quanto si possa ipotizzare un incremento di consensi soprattutto dei conservatori, anche grazie alla crescita del partito della premier Meloni, è difficile immaginare vi sia contemporaneamente una drastica caduta di consensi sia delle forze populiste ed euroscettiche di destra e di sinistra, sia dei socialisti e dei liberali e dei verdi, tali da prefigurare l’auto sufficienza della coalizione PPE/ECR. Aggiungo che oltre che improbabile, ciò non sarebbe auspicabile per le sfide che l’Unione europea deve affrontare.
Veniamo da una delle fasi più turbolente nella storia della Unione europea, in pochi anni una sequela di Brexit, Covid , invasione della Ucraina da parte della Russia e vicende giudiziarie che hanno scosso profondamente la solidità delle istituzioni europee.
Siamo nel mezzo di una situazione economica stagnante, e default finanziari per quanto non nei confini della Ue e dalella eurozona ma non da trascurare. È vero che la risposta dell’Unione europea alla somma di tali eventi è stata efficace e per certi versi coraggiosa.
La Commissione europea ha messo sul tavolo il recovery plan, approvato definitivamente dopo il Consiglio Europeo fiume del luglio 2020, quando i 27 Leader hanno trovato l’accordo su NextGenerationEU e sul nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027, per quello che è stato soprannominato senza mezzi termini un “bazooka” economico da 1824,3 miliardi di euro.
Al di là della consistenza economica del piano di rilancio, NextGenerationEU ha segnato uno spartiacque del progetto europeo: l’emissione di debito comune europeo per finanziare il recovery fund, accordata dopo una lunga negoziazione volta a convincere gli Stati Membri più “rigoristi”.
Ma è anche vero che ora questo Piano va attuato e noi italiani sappiamo bene quante difficoltà stiamo attraversando per implementare il nostro corposo PNRR.
E andrà velocizzata la spesa dei fondi previsti nella programmazione 21/28, andrà riscritto in modo più coraggioso e favorevole alla crescita sostenibile il Patto di Stabilità, dovremo spingere con più forza per un piano di pace che preservi la integrità territoriale della Ucraina che andrà peraltro ricostruita .
Dovremo accelerare la adesione dei Paesi Balcanici e della stessa Ucraina ma non senza aver stabilito regole nuove di funzionamento interno che garantiscano la celerità dei processi decisionali in una UE ancora più larga.
E dovremo proseguire le due transizioni , energetica e digitale e dotarci di un fondo sovrano che finanzi una politica industriale che possa reggere alla competizione internazionale .
Ho citato solo alcune delle sfide più importanti .
Pensare che di fronte a sfide così ambiziose e decisive si possa apparecchiare una coalizione debole con una improbabile maggioranza risicata è fuorviante oltre che deleterio.
La particolare situazione che vive la UE e che vivrà nei prossimi anni richiede una alleanza molto più ampia e solida, che includa le componenti liberali socialiste ambientaliste e democratiche che saranno rappresentate nel Parlamento europeo.