Politica
Passata la pausa di Pasqua, sarà finita la “ricreazione” mediatica?
Di Daniele Capezzone
Sarà stata l’atmosfera pre e post pasquale, ma la sensazione dell’ultima settimana abbondante è che l’Italia – mediaticamente parlando – si sia concessa una sorta di “ricreazione”: a destra (meglio: usate contro la destra di governo) discussioni su qualche proposta bizzarra (il contrasto ai “forestierismi” linguistici, dibattiti un po’ fumosi sulla mitica “egemonia”, inseguimento degli inesistenti “moderati”, come se qualcuno nell’attuale personale politico di Forza Italia avesse la forza per una raccolta elettorale autonoma rispetto a Silvio Berlusconi…), e a sinistra numerose analisi (diciamolo: non esattamente appassionanti) dei profili scelti da Elly Schlein per la sua segreteria.
Con enorme rispetto per tutti, sarà forse il caso di porre fine a questo simpatico break, a questi intermezzi di intrattenimento, per concentrarci tutti sulle questioni decisive per il paese.
In politica estera, Giorgia Meloni ha scelto (a mio avviso, meritoriamente) una salda collocazione atlantista. Questa decisione è condivisa dai suoi alleati? E la sinistra come si pone?
In politica economica, la crescita un po’ rattrappita pone in dubbio la vastità dei margini di manovra in vista della prossima legge di bilancio. Il governo tenterà (attraverso risparmi e tagli di spesa) di costruire comunque le condizioni per avviare un taglio fiscale percepibile? E la sinistra cosa contropropone?
Sul piano istituzionale, l’estate ci porterà finalmente in dono un disegno di legge governativo sul presidenzialismo? E, nel caso, la sinistra si limiterà a scomuniche e anatemi oppure entrerà nel merito della questione?
Sulla giustizia, sarà confermato il calendario di interventi preannunciati dal ministro Carlo Nordio? Anche in questo caso, le opposizioni si dedicheranno preventivamente all’invettiva, o avranno l’intelligenza di esaminare le proposte nel merito?
Ancora: da qui alle Europee del 2024, quali strategie saranno messe in campo dal governo per evitare che su più fronti (casa, auto, allevamenti, coltivazioni, packaging) le norme europee si tramutino in altrettante trappole contro la proprietà, le imprese e i consumatori italiani? E la sinistra che farà? Si rifugerà nel solito “ce lo chiede l’Europa” o avrà il coraggio – per una volta – di difendere i reali interessi degli italiani?
Tocca alla politica rispondere a questi interrogativi, ma toccherebbe anche ai media incalzare i leader su questi dossier, anziché dedicarsi alla (ormai consueta) caccia alle farfalle.