Politica
Parlamento, ecco il nuovo Regolamento: stretta su cambi di casacca e Commissioni.
Di Fabiana Nacci
Nel caos politico di queste settimane legato all’elezione del nuovo Capo dello Stato, una cosa è certa: la prossima legislatura avrà un numero ridotto di parlamentari (400 onorevoli e 200 senatori). Per tale ragione e in considerazione del fatto che ad oggi è assolutamente imprevedibile la durata dell’attuale legislatura (elezioni anticipate o scadenza naturale nel 2023?), Camera e Senato stanno correndo per approvare in tempi brevi dei nuovi Regolamenti che adeguino il funzionamento dei due rami del Parlamento al taglio previsto.
E così martedì 11 gennaio si riunirà a Palazzo Madama la Giunta per il Regolamento che esaminerà un testo base che prevede parecchie novità che vanno dalla riduzione del numero delle Commissioni ad una stretta per coloro che cambiano casacca.
In particolare, la bozza elaborata dal Senato prevede che ciascun gruppo rappresenterà un partito o un movimento che abbia partecipato alle elezioni del Senato, dovrà adottare lo stesso contrassegno e dovrà essere composto da almeno 7 senatori (e non più da 10). Qualora i numeri previsti per costituire un gruppo dovessero venir meno, il gruppo sarà sciolto.
Coloro che decideranno di lasciare un gruppo, non approderanno più nel “Misto” ma confluiranno nel gruppo dei “non iscritti”. Per questi ultimi verrebbe mantenuto il rimborso spese di 4mila e 90 euro al mese, al quale però saranno costretti a rinunciare in caso di adesione ad un nuovo partito diverso da quello con cui sono stati eletti. In ogni caso i “fuoriusciti” non potranno avere staff e uffici.
Per quanto concerne le Commissioni poi, queste passerebbero da 14 a 10 e sarebbero: 1. Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell’Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione, editoria; 2. Giustizia; 3. Affari esteri, difesa e politiche dell’Unione europea; 4. Lavoro e previdenza sociale; 5. Programmazione economica, bilancio; 6. Finanze e tesoro; 7. Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport; 8. Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica e digitalizzazione; 9. Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare; 10. Affari sociali, sanità.
Tuttavia non è affatto certo che il nuovo assetto trovi ampia condivisione tra i Senatori. Dario Di Stefano (PD), ad esempio, avrebbe già espresso perplessità circa l’accorpamento della Commissione Politiche europee a quella Esteri e Difesa.
Più in generale, onorevoli e senatori starebbero lavorando ad una riforma dei Regolamenti che sia il più coerente e coordinata possibile tra Camera e Senato, in considerazione del bicameralismo perfetto che contraddistingue l’Italia.
Secondo la Presidente del Senato Casellati, però, è necessario concludere quanto prima la revisione dei regolamenti e le eventuali differenze tra i due rami del Parlamento non costituirebbero un problema perché già adesso accade che lo stesso provvedimento venga assegnato a commissioni diverse nel passaggio tra Camera e Senato.