Politica

Nucleare, lavoro e pace fiscale, il programma di Salvini che vuole unire il centrodestra

14
Maggio 2022
Di Alessandro Caruso

Fa caldo a Roma, il sole batte forte sulla terrazza della Lanterna, nel cuore della Capitale, dove la Lega ha scelto di iniziare il tour programmatico in vista delle elezioni 2023 e scaldare i motori per entrare nel vivo della campagna elettorale. Il morale è alto. Si parla di contenuti. Non attecchiscono le provocazioni sulle future alleanze, che arrivano in mattinata anche da Calenda, intervenuto al Forum Ambrosetti di Sorrento «Lega e M5S sono fatti per stare insieme». Salvini metteva in chiaro le cose già nell’intervista sul Corriere della Sera di oggi, bollando questi discorsi come “pettegolezzi politici”. E chiarendo che la Lega in questa fase vuole essere un “elemento di stabilità”.
Ma oggi, come dicevamo, si parlava di contenuti.

E di contenuti si è parlato con una serie di tavole rotonde che si sono alternate per tutta la giornata, coinvolgendo i vari big del partito e davanti a una platea composta soprattutto da dirigenti e quadri venuti da tutta Italia. Dal lavoro alla giustizia, dall’economia alla geopolitica fino all’energia e alle politiche per i territori. Il leader del Carroccio segue tutto dalla prima fila, in silenzio. Poi sale sul palco ripartendo dall’inizio, dal titolo della kermesse “È l’Italia che vogliamo”.

Il pilastro della Italia di domani deve essere il lavoro: «Leggo che Letta ha detto che le sue priorità sono ius scolae e ddl Zan. Lo rispetto – dice – ma per me la priorità è lavoro, lavoro e ancora lavoro», un obiettivo per cui se necessario bisognerà anche riformare il sistema scolastico e universitario per valorizzare gli istituti professionali e facilitare l’accesso alle facoltà scientifiche: «Perché in futuro non pensare a un numero chiuso per facoltà umanistiche e accesso libero per le facoltà scientifiche?».

Sull’energia la kermesse ha dedicato un intero panel, a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche gli ad di Enel ed Eni, Francesco Starace e Claudio Descalzi. Entrambi hanno chiesto un tetto al prezzo del gas e parlato delle strategie per l’affrancamento energetico italiano, puntando innanzitutto sugli stoccaggi, ma anche sulle rinnovabili e sulle forniture alternative. Starace ha anche menzionato la potenzialità del nucleare di nuova generazione: «Ci sono dei segni molto importanti, c’è una tecnologia nelle mani di alcuni investitori che stanno studiando dei piccoli reattori. Sulle nuove tecnologie bisogna lavorarci e studiare, ma partiamo dal 2040 in poi». E proprio il nucleare rappresenta uno dei punti fondamentali nel programma di Salvini, che ha annunciato: «Andrò a visitare il progetto Iter in Francia. Una sperimentazione partita nel 2007 per dare energia nucleare pulita».

Ma l’attenzione è anche al prossimo incontro con il Presidente del Consiglio Mario Draghi (probabilmente lunedì, ndr). Salvini gli ha anticipato un appello, che diventerà sicuramente uno dei claim della sua campagna elettorale, la pace fiscale: «Mi aspetto da Draghi coraggio, dopo l’emergenza sanitaria e con l’emergenza bellica che sarà anche economica e sociale una grande, massiccia e generalizzata pace fiscale. È doverosa».

Il segretario della Lega ha approfittato dell’occasione anche per chiarire la sua posizione in politica estera. Ironizza sull’etichetta di putiniano che non riesce a staccarsi di dosso. E non sconfessa la sua equidistanza tra Mosca e Kiev: «L’importante è che si abbandonino le armi e ci si sieda al tavolo per costruire la pace. Perché la trattativa vada a buon fine ci sono tre regole: che nessuno sia umiliato, che nessuno perda la faccia, che ognuno ceda qualcosa. Mi preoccupa chi pensa all’allargamento del conflitto».

Infine un pensiero alla coalizione. Solo due settimane fa Giorgia Meloni celebrava da Milano la convention programmatica di Fratelli d’Italia. Salvini manda un messaggio: «Non ho voglia né tempo da perdere in litigi: il centrodestra deve tornare a essere una comunità, governare non per una questione di potere, come fanno altri, ma per fare il bene del Paese».

Anche se Giorgetti e Zaia non erano presenti, ma in videocollegamento per i loro interventi, il clima è stato di generale compattezza. La Lega si è riunita attorno al suo “Capitano” e sembra non metterne in discussione la leadership, soprattutto a poche settimane dal voto delle amministrative e dei referendum sulla giustizia. Una partita che il Carroccio non può permettersi di perdere.

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